Nereto. Sono stati arrestati a Nereto i genitori del piccolo di due mesi scomparso dalla sua casa di Folignano.
Non appena eseguito l’arresto, la madre del piccolo, Katia Reginella, 24 anni di Giulianova, ha ammesso che il bambino sarebbe morto con un incidente domestico. Ciononostante, gli inquirenti stanno verificando l’attendibilità delle sue dichiarazioni, in quanto la ragazza avrebbe fornito, nel corso dell’interrogatorio del sostituto procuratore di Ascoli, Carmine Pirozzoli, versioni dei fatti contrastanti, dicendo di aver seppellito il corpo del figlio in un bosco poco dopo l’abitato di Castel Trosino, dove si sono concentrate le ricerche del corpicino che non hanno dato però esito, ma anche di averlo abbandonato sul ciglio della strada.
Secondo quanto raccontato dalla madre, il bimbo sarebbe caduto mentre era in braccio. Dopo aver visto sulla testa due bernoccoli, la donna avrebbe tentato di rianimarlo per poi seppellirlo quando si è accorta che era morto. Non solo. La giovane avrebbe dichiarato che il padre del bambino, un operaio di 30 anni di Nereto, Denny Pruscino, non sarebbe al corrente dell’episodio: la moglie avrebbe infatti raccontato che il piccolo era stato portato via all’estero.
I carabinieri di Ascoli Piceno erano stati allertati da una denuncia dei servizi sociali, che seguono da diverso tempo la coppia, già nota per alcuni precedenti di violenze fisiche e psicologiche nei confronti degli altri due bambini che sono al momento in affido.
Non appena avuta notizia che i due avevano avuto un altro figlio, i servizi sociali si sono infatti recati una prima volta a casa della coppia, dove hanno trovato il neonato. Tuttavia, la seconda volta che sono ritornati il bambino era scomparso e i genitori non hanno saputo dire nulla su dove si trovasse.
Secondo alcune fonti investigative, il bimbo scomparso potrebbe anche non esser morto, ma potrebbe essere stato venduto a qualcuno. Le ricerche in corso nell’area, condotte la notte scorsa e proseguite questa mattina, non stanno dando alcun esito. “Il medico legale ci ha spiegato – spiega la fonte investigativa – che se nel punto considerato ci fosse un cadavere da 10-20 giorni con l’odore forte che emette si sarebbe identificato. Invece, non è stato così. Al momento, quindi, anche in considerazione delle contraddizioni in cui sono caduti i genitori, si pensa che il piccolo possa essere vivo e possa essere stato ceduto a qualcuno”.