Contro Parolisi, infatti, ci sarebbero i risultati dell’autopsia, che stabilisce che Melania è stata uccisa nello stesso luogo in cui è stato trovato il cadavere subito dopo aver pranzato, dunque tra le 14 e le 16, oltre ai tabulati telefonici che attestano che entrambi i telefoni dei coniugi si sono agganciati alla cella telefonica di Ripe di Civitella. In questo modo sarebbe dunque smentita la versione del militare, che ha sempre sostenuto di trovarsi in quell’arco di tempo con la moglie e la figlia Vittoria a Colle San Marco, luogo in cui la donna, a detta del marito, sarebbe scomparsa dopo essersi allontanata per andare in bagno.
Per gli avvocati di Parolisi, Biscotti e Gentile, si tratta di un “attacco mediatico, dimostrato dalla fuga di notizie sulla richiesta d’arresto avanzata dai pm ascolani”. Per questo motivo i due legali hanno chiesto un’ispezione ministeriale. Secondo gli avvocati, infatti, Parolisi sarebbe innocente e il responsabile del brutale omicidio sarebbe una donna. Stando alle loro dichiarazioni, sotto le unghie del cadavere di Melania Rea sarebbe stato trovato del Dna appartenente ad una persona di sesso femminile. E’ uno dei dettagli che emergerebbe dai risultati dell’autopsia sul corpo della 29enne di Somma Vesuviana.