Teramo. Qualche settimana fa le sigle sindacali di Cgil, Cisl e Sindacato Italiano Veterinari di Medicina Pubblica avevano denunciato, in una nota, il rischio per i dirigenti veterinari e per quelli del settore sanitario, professionale, tecnico e amministrativo, di dover restituire parte di quei 130 mila euro attribuiti dall’Istituto Zooprofilattico di Teramo in “maniera sbagliata”.
Un errore compiuto, sempre secondo la nota sindacale, “in buona fede” nel 2001, quando gli acconti della produttività furono erogati “violando le regole prescritte dai contratti collettivi”. Tutti i dirigenti dello Zooprofilattico hanno percepito la produttività in assenza di un regolamento che avesse preventivamente stabilito i criteri di ripartizione, senza conoscere gli obiettivi da raggiungere e per i quali si è valutati, senza conoscere la valutazione perché mai notificata ad alcuni impedendo loro, tra l’altro, di esercitare il diritto di contestare valutazioni non ritenute adeguate.
Su questo argomento, il 23 giugno scorso la Direzione dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale” aveva convocato una riunione del personale dirigente, nella quale il Direttore aveva comunicato la decisione di procedere alla liquidazione della retribuzione di risultato dovuta ai dirigenti per il periodo 2005?2009 sulla base dei fondi separati e distinti tra dirigenza veterinaria, dirigenza sanitaria, professionale, tecnica ed amministrativa.
La stessa dirigenza che oggi prende posizione, attraverso una nota, spiegando che, fin dall’inizio degli anni ’90, la storia dell’Istituto si è caratterizzata per il forte impulso dato alla ricerca e all’innovazione, che hanno richiesto da subito il reperimento e l’assunzione anche di profili
professionali specialistici diversi da quelli del medico veterinario, del biologo, del chimico. “Il lavoro di questi professionisti” spiegano “è stato necessario per raggiungere i traguardi stabiliti nel tempo dalle strategie aziendali. Il riconoscimento di questa pari dignità è stato dimostrato proprio attraverso la scelta di unificare i fondi delle diverse aree della dirigenza, che ha consentito a tutto il personale dirigente di accedere al premio incentivante in funzione dei risultati conseguiti e quindi del merito espresso attraverso le proprie prestazioni. La valutazione del merito nella retribuzione di risultato è sempre stata una politica dell’Istituto per premiare e dare giusti riconoscimenti ai dipendenti (dirigenti e non) che più si fossero distinti nel raggiungimento degli obiettivi aziendali, mentre la distribuzione degli incentivi a pioggia, così come sostenuta dalla maggior parte delle sigle sindacali come oggetto di contrattazione unitamente alla separazione dei fondi, toglie proprio alla classe dirigente uno strumento per premiare tutti quei lavoratori che più si sono distinti”. E, sulle organizzazioni sindacali aggiungono: quelli “che hanno partecipato alla contrattazione esprimendosi a favore della separazione dei fondi rappresentano soltanto 19 iscritti (tra cui 14 veterinari), su un totale di 70 dirigenti dell’Istituto (27%). La posizione assunta da queste organizzazioni sindacali, non risulta collegata ad una effettiva corrispondenza di volontà da parte della base che intende rappresentare, non risultando che agli iscritti sia stata data la possibilità di esprimere la propria opinione in merito. Tale posizione di fatto danneggia circa 35 dirigenti e cioè la metà del personale dell’Istituto che fa parte della categoria”.
Il gruppo dirigenziale chiede, dunque, che vengano messe in atto “tutte le azioni possibili per evitare che le retribuzioni di risultato relative agli anni 2005?2009 al personale dirigente penalizzino il personale SPTA e di procedere all’avvio di una nuova trattativa per le annualità successive. A tal fine, il personale dirigente di codesto Istituto è disponibile ad indicare propri rappresentanti che possano contribuire allo studio di possibili soluzioni, nel rispetto della normativa vigente”.