Tornano paura e preoccupazione a Contrada Marina di Mosciano per la situazione in cui versa il costone collinare, soggetto ormai da tempo al fenomeno dello smottamento che ha causato in più punti un abbassamento di oltre 70 centimetri del terreno, lo scivolamento verso nord est di una porzione di esso che si è portata via già alcune abitazioni, inagibili e fatte evacuare per le gravi lesioni che ne hanno minato la stabilità.
Non solo, perché in un caso lo smottamento ha determinato anche il crollo parziale del fabbricato. Colonne portanti che si sono sgretolate e spezzate come fuscelli sotto la pressione del terreno, provocando una sorta di implosione di una parte dell’edificio.
Nonostante le sollecitazioni dei residenti del villaggio Orsini, un complesso che si trova immediatamente sotto la zona a rischio, non ci sono stati interventi per mettere in sicurezza questa porzione di area. La paleofrana, come la chiamano gli esperti, è rimasta immobile nonostante le violente scosse di terremoto di agosto e di ottobre. Ma il fattore di rischio secondo i geologi è aumentato in questi giorni, in coincidenza con le piogge invernali che provocano delle infiltrazioni nelle fratture del terreno.
Piogge che potrebbero scavare delle gallerie che assottiglierebbero il materiale di resistenza e quindi causare un nuovo smottamento. Dagli studi è inoltre emerso che la paleofrana interessa, quasi fosse una linea retta spezzata solo dal torrente Salinello, anche il territorio collinare di Tortoreto.
E’ come se si seguisse il tracciato della strada panoramica, interrotta parzialmente proprio a seguito del fenomeno dello smottamento, nonostante qui di interventi di consolidamento ne sono stati fatti e che hanno interessato una porzione dell’Autostrada A14 e il cavalcavia.
Il problema per essere risolto ha bisogno di un progetto che riguardi il rischio idrogeologico di queste zone. In Regione l’argomento è stato affrontato. I tempi di azione purtroppo sembrano essere biblici. E la gente del posto continua ad aver paura. Fermo restando che in queste zone era meglio non costruire.