Teramo. La gestione dell’ordine pubblico e il ruolo del Questore di Teramo, Amalia Di Ruocco. Questi i temi discussi oggi nella sede della Prefettura nel corso dell’incontro avuto tra il Prefetto Eugenio Soldà e l’onorevole Giovanni Russo Spena, componente della Direzione Nazionale di Rifondazione Comunista.
I teramani non hanno ancora dimenticato il forte clima di tensione vissuto solo qualche mese fa, sfociato nell’ordinanza di istituzione della famosa Zona Rossa, successivamente ridimensionata dallo stesso Prefetto. Forti le critiche nei confronti dell’operato del Questore, rea, a detta del locale circolo di Rifondazione, di aver “eccessivamente militarizzato” la città.
“A livello nazionale” ha detto Russo Spena “questa situazione ha destato non poca apprensione. Una tensione anomala che ci ha spinto a chiedere un incontro al Prefetto. A lui abbiamo espresso le nostre preoccupazioni, relativamente alla Zona Rossa, particolarmente grave sul piano della costituzionalità e del rispetto della democrazia, o alla questione del referendum sul vecchio Stadio comunale. Non è normale che una critica al sindaco diventi occasione di schedatura di massa. Abbiamo chiesto al Prefetto di svolgere un ruolo di mediatore nella gestione dell’ordine pubblico e da parte sua abbiamo riscontrato un atteggiamento propositivo e di pacificazione nel dibattito. Siamo convinti che queste rassicurazioni troveranno un riscontro positivo”.
Ha prevalso, dunque, la linea del dialogo, ha commentato il segretario regionale di partito Marco Fars “contro quella rigidità registrata in passato, che ha creato solo un’eccessiva tensione. Questa linea di disponibilità da parte del Prefetto è molto importante per ristabilire il giusto clima nel rispetto delle istituzioni. Ricordiamo che stiamo parlando di giovani che vogliono semplicemente manifestare le proprie idee”.
E a quanto pare, ha aggiunto l’onorevole Russo Spena, “Teramo stava diventando il centro dell’incomunicabilità. Basti pensare che a Pescara, con 5000 persone in spiaggia (il Botellon, ndr), è andato tutto bene, mentre a Teramo anche un pesce d’aprile diventa motivo di tensione e si trasforma in un caso giudiziario”.
Il riferimento è alla “falsa” manifestazione contro il Questore annunciata da alcuni militanti di Rifondazione. Falsa perché avrebbe dovuto svolgersi il 1 aprile: altro non era che un pesce d’aprile. Mal digerito negli ambienti istituzionali, tanto che era stata aperta un’inchiesta per “procurato allarme”.
“Teramo si troverà presto ad affrontare problematiche ancora più serie” ha detto il consigliere comunale Sandro Santacroce “quando cominceranno i lavori di abbattimento del vecchio stadio. Una reazione ci sarà di sicuro, soprattutto da parte di coloro che si considerano scippati dal referendum. Se dovesse esserci lo stesso atteggiamento di repressione riscontrato finora, la situazione potrebbe essere molto preoccupante. Al momento abbiamo avuto rassicurazioni su una diversa posizione da parte delle istituzioni. Staremo a vedere”.
Una cosa è certa, conclude Filippo Torretta, segretario comunale: “non è pensabile che succeda ancora quello che, ad esempio, si è verificato qualche settimana fa durante una partita del Teramo Calcio, quando ai cori contro il sindaco e le forze dell’ordine, hanno reagito con la chiusura della curva e l’identificazione di massa. E intanto il Questore continua ad ingolfare i tribunali di processi insulsi”.