Una chiesa gremita ha accolto questa mattina a San Nicolò la celebrazione dei funerali del Cavaliere Giandomenico Di Sante. Tanta la gente comune, la sua gente, che ha voluto essere presente per l’ultimo saluto accanto ai familiari e ai tanti rappresentanti del mondo politico, economico e associativo, visti i molteplici ruoli ricoperti da Di Sante negli anni, per testimoniare l’affetto, la vicinanza e la riconoscenza.
A partire da Mons. Gianfranco De Luca, vescovo di Teramoli-Larino, ma per tanto tempo parroco di San Nicolò e grande amico del presidente che ha concelebrato insieme a Mons. Michele Seccia, vescovo di Teramo-Atri e ad una decina di sacerdoti, dai numerosi sindaci della provincia teramana, dai parlamentari, consiglieri regionali e provinciali, rappresentanti delle associazioni, vertici militari, confratelli dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, una rappresentanza di alunni della scuola media di San Nicolò e una della squadra di calcio.
Una cerimonia semplice per rispecchiare la “semplicità e genuinità della persona”, come ha detto Mons. Seccia, sottolineando come la grande partecipazione sia stata anche una testimonianza della sua fede.
Ma sono state soprattutto le finale dei nipoti a fine messa, “i miei gioielli” come Di Sante stesso li definiva, a tracciare il profilo di un uomo che ha saputo dare tanto al suo territorio sia come imprenditore, sia come presidente di istituti bancari che di Confcommercio e Camera di Commercio. Godere delle gioie più semplici, non dare nulla per scontato, vivere per la famiglia e sostenere che la cattiveria non esiste ma esiste solo l’egoismo e la capacità dell’uomo di domarlo, sono stati alcuni degli insegnamenti ricordati, punti di un “testamento” che i ragazzi hanno voluto donare a tutta la comunità.
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