Teramo. Un largo intitolato a Chiara Lubich. È la decisione del Comune di Teramo che, di concerto con la Provincia, ha deciso di lasciare una traccia in memoria di Chiara Lubich. Una piazza del capoluogo sarà infatti intitolata alla fondatrice del Movimento dei Focolari e per celebrare l’evento è in programma un incontro di approfondimento sulla figura e l’opera di una delle più significative interpreti della cristianità del Novecento.
Gli eventi si terranno venerdì prossimo. Alle 15.30 nella Sala San Carlo del Museo Archeologico, dopo i saluti del governatore Gianni Chiodi, del presidente della Provincia Valter Catarra e del sindaco Maurizio Brucchi, interverranno Eli Folonari, responsabile del Centro Chiara Lubich e Mustapha Baztami, Imam della Comunità Islamica abruzzese, che tracceranno un profilo di Chiara Lubich, sottolineando la portata ecumenica del suo impegno evangelico.
Alle 17.30, invece, è prevista l’intitolazione del largo in via San Berardo (l’area verde prospiciente la cattedrale, che fronteggia il seminario), cui seguirà alle 18.30 la Messa officiata dal vescovo della Diocesi di Teramo-Atri, Michele Seccia.
Per il sindaco di Teramo “intitolare un o spazio della nostra città a una figura come quella di Chiara Lubich significa riconoscere il valore di una testimonianza straordinaria. L’opera della Fondatrice del Movimento dei Focolari è stata particolarmente incisiva tra i giovani, che hanno avuto nella donna trentina, una guida capace di indicare le strade per una vita intrisa dei più elevati valori umani e cristiani. La giunta ha deciso di intitolare il largo a Chiara Lubich non solo nel riconoscimento della sua esperienza, ma anche nella convinzione che il suo esempio vada costantemente richiamato e sottolineato. Vorrei aggiungere, per inciso, che proprio un teramano è tra le principali figure del Movimento e mi riferisco a Tommaso Sorgi, che è stato un diretto collaboratore di Chiara Lubich, anche con una incessante attività intellettuale e che dal 1986 si è trasferito con la famiglia ai Castelli Romani su richiesta della stessa fondatrice, che gli ha affidato la direzione del Centro studi da lei costituito. Il messaggio dell’unità nella diversità, che caratterizza il Movimento, è poi quanto di più attuale e questo, unito ad una accentuazione laica della presenza cristiana nella società, danno il senso della intitolazione”.
Il presidente della Provincia, Valter Catarra, spiega così il sostegno all’iniziativa: “La Lubich pensava che la politica deve essere l’arte del bene comune e, prima di molti altri, aveva intuito che era impossibile praticare questa arte limitando il proprio quadro di analisi all’interno di uno Stato isolato. Per questo parlava di un nuovo umanesimo: in grado di far fronte ai nazionalismi, ai totalitarismi, ad uno stato inteso solo come governo dell’economia e del potere. Un messaggio di grande attualità alla luce dei fatti degli ultimi giorni riguardanti le guerre civili in nord Africa e l’esodo delle migliaia di profughi. Non a tutti, evidentemente, si può chiedere lo spessore spirituale che questa donna che ha infuso alle sue azioni ma il suo metodo e il suo pensiero possono essere di ispirazione a tanti di noi e possono rappresentare un faro soprattutto per chi ha scelto l’impegno politico: con il suo approccio fortemente ideale e al tempo stesso pragmatico, si possono raggiungere risultati insperati”.