Peccato che il giorno dopo fosse il 1° aprile, giorno tradizionalmente dedicato agli scherzi goliardici. E, difatti, la manifestazione non ci fu.
Ma non sempre gli scherzi sono graditi. A distanza di pochi giorni, infatti, spunta un indagato. Si tratta di Davide Rosci, noto teramano appartenente alle frange di Rifondazione Comunista, indagato per il reato di “procurato allarme”, a seguito di una indagine condotta dalla Digos, che, secondo quanto riferito dalla sezione teramana del partito, avrebbe perquisito i luoghi frequentati da Rosci, sequestrando del materiale informatico.
“Il reato di procurato allarme” si legge nella nota di Rifondazione Comunista “punisce chi annunciando disastri, infortuni o pericoli inesistenti, suscita allarme presso l’Autorità, o presso enti o persone che esercitano un pubblico servizio. È una contravvenzione che può essere sanata con il pagamento di un ammenda di 258 euro, sempre che l’aver annunciato una manifestazione, che poi non si è tenuta visto che non era neanche autorizzata, costituisca un pericolo inesistente. L’attività di indagine, invece, ha un costo più ampio per la collettività: ad esempio, le sole perquisizioni hanno visto mobilitare per l’intera mattinata dell’8 aprile sei agenti di polizia, il materiale informatico verrà portato a Roma, dove tra diversi mesi verrà sottoposto a perizia, da altri agenti che poi dovranno tornare a recuperare gli hard-disk, senza dimenticare tutti i costi relativi all’impiego di altro personale per le indagini e per lo svolgimento del possibile processo”. Rifondazione Comunista esprime, dunque, solidarietà a Davide Rosci, auspicando “quanto prima, che la questura di Teramo possa assistere ad un rapido avvicendamento degli attuali vertici, evidentemente molto più interessati alla salvaguardia delle proprie immagini piuttosto che a quella del territorio”.