Giulianova. “Il nuovo ospedale a Giulianova si farà”. Lo ha annunciato il direttore generale della Asl Giustino Varrassi durante la seduta della commissione sanità di martedì pomeriggio al Comune di Giulianova. All’incontro, al quale hanno partecipato tutti i componenti dei vari partiti, Varrassi ha precisato che il progetto del nuovo nosocomio prevede 220 posti ed è già nelle mani dell’ingegnere della Regione Abruzzo De Flaviis.
Non sarebbero stati però specificati i costi e i finanziamenti utili per la realizzazione, così come il luogo dove potrebbe essere edificato. La nuova struttura dovrebbe “inglobare” il vecchio ospedale Maria Santissima dello Splendore e il San Liberatore di Atri. In pratica per uno che apre ne dovranno chiudere due; inoltre, nel caso specifico di Giulianova, dovrebbe essere alienata anche la struttura nota come l’Ospizio Marino di Giulianova Lido. In sintesi per Varrassi il progetto del nuovo ospedale a Giulianova è complesso ma praticabile.
A margine dell’incontro il direttore sanitario ha precisato che si sta impegnando per applicare i dettami presenti nella delibera 45 del 2010, a firma del commissario ad acta per la sanità Gianni Chiodi, che ha approvato il Piano Operativo 2010. Una posizione netta che lo mette a riparo, o comunque dimostra la propria irremovibilità, rispetto alle proteste (soprattutto del sindaco di Pineto e il centrosinistra di Atri) contro il suo operato.
La replica, in una nota congiunta, di Luciano Monticelli, sindaco di Pineto, delle segreterie Comunali di Atri di Pd, Udc, La rosa Bianca, Idv e La Destra, dei consiglieri comunali di opposizione al Comune di Atri e dei consiglieri comunali del Pd al Comune di Silvi. “Le dichiarazioni del Direttore Generale della Asl Giustino Varrassi, a margine del Comitato ristretto dei Sindaci del 5 Aprile scorso ci lasciano letteralmente basiti. Con chiarezza, che certamente sgombera il campo da ogni dubbio, si svela il disegno della Asl di Teramo circa le sorti del Presidio Ospedaliero San Liberatore di Atri. Questo comunicato è il primo che scriviamo con il dolore e la rabbia nel cuore. La conferma che tutte le nostre argomentazioni portate avanti, con testarda preoccupazione da ormai quasi tre anni, erano più che fondate, provoca una sofferenza indicibile. Se fossero stati i nostri, come siamo stati accusati, strumentali allarmismi, ora potremmo incassare la soddisfazione di aver avuto ragione. Ma avremmo di gran lunga preferito avere torto. Non abbiamo mai compreso, né comprenderemo su quali basi poggiano le scelte che si fanno via via sempre più delineate per il nosocomio atriano. E ricorrere al Tribunale Amministrativo Regionale è stata la nostra unica difesa, essendo venuti meno tutti i criteri che hanno e daranno sempre ragione alla forza del San Liberatore. La politica si è sostituita completamente al diritto alla salute dei cittadini. La politica ha deciso che una parte considerevole della Provincia di Teramo venga privata di un presidio che è, da sempre, punto di riferimento della domanda e dell’offerta sanitaria di un territorio vastissimo, anche extraprovinciale. La politica ha condannato alla chiusura l’ospedale di Atri. E’ la prima volta che usiamo il termine chiusura, perché, oggi, è il Direttore Generale che ci autorizza ad usarlo. La costruzione del nuovo ospedale di Giulianova comporterà l’accorpamento del presidio di Atri. Prima di capire quali iniziative intraprendere nei prossimi giorni , gli scriventi chiedono un incontro urgentissimo con il Dott. Varrassi, cui si chiede di ascoltare un territorio, una gente che condivide storia, esperienze e problemi. Un territorio che fin ad oggi ha parlato sottovoce”.