Se da un lato, infatti, sul piatto della bilancia vengono sempre messi gli aspetti legati alla necessità di contenere le spese, per quanto concerne l’attività del 118 questo ragionamento tiene fino ad un certo punto. Comunque, la soluzione prospettata prevede una riorganizzazione complessiva in varie zone del territorio: dalla Val Vibrata, alla Val Vomano, alle zone costiere fino alla montagna. Queste sono alcune delle proposte illustrate nel corso dell’incontro con la Asl e sottolineate in un comunicato congiunto delle associazioni convenzionate per la gestione delle emergenze. Per capire la portata della riorganizzazione, servono alcuni dati concreti. In caso di un attacco cardiaco, un intervento entro 6 minuti può essere decisivo per salvare la vita ad un paziente. Ora, in caso di una chiamata al 118 di Tortoreto, per esempio, questo tipo di criticità può essere gestita sulla fascia costiera nord (Martinsicuro-Alba Adriatica- Tortoreto) nei tempi ipotizzati. In caso di soppressione dell’ambulanza medicalizzata a Tortoreto, la stessa (se disponibile) dovrebbe partire da Sant’Omero, e in caso di emergenza sul litorale, quanto tempo sarebbe necessario per intervenire? Gli interrogativi che un po’ tutti sollevano sono questi, al di là del numero degli interventi che le attuali postazioni garantiscono sul territorio. “L’alta Val Vibrata” afferma il coordinatore provinciale Anpas, Gianni Danesi “sarebbe servita da una sola ambulanza a Sant’Omero, in quanto verrebbero eliminate Sant’Egidio e Tortoreto, mentre Villa Rosa rimarrebbe aperta solo d’estate”. “La situazione è grave anche per l’area collinare e la montagna” gli fa eco l’altro coordinatore Bruno Delli Compagni “verrebbero infatti soppresse le postazioni di base a Mosciano e Notaresco, ridimensionate quelle di Giulianova e dimezzata quella di Roseto, peraltro sguarnita del medico come quella di Isola. Inoltre l’alta Val Vomano perderebbe l’unica postazione esistente, a Montorio, completando la desertificazione in termini di soccorso di tutta la S.S.150, non essendo al momento confermata neanche la postazione di Castelnuovo. E non andrebbe meglio neanche all’area urbana dove, nonostante le altissime performances in termini di interventi, verrebbero ridimensionate le postazioni operanti in città. Riduzioni, infine, ci sarebbero anche per la postazione di Silvi/Pineto”. Il Presidente regionale Anpas Marcello Monti dichiara che intende appellarsi al Commissario ad acta Chiodi ed al Sub-Commissario Baraldi per una corretta applicazione delle linee guida regionali, emanate solo alcuni giorni fa e che, ironia della sorte, prevedevano salvo alcuni tagli puntuali tutte le postazioni attualmente esistenti. Nel contempo lo stesso Monti invita tutti gli amministratori ad attivarsi affinché i presidi sul loro territorio possano essere mantenuti: “Rappresentiamo l’estrema criticità a cui questo piano di riordino sottoporrà tutto il territorio provinciale: con questa pianificazione si determinerà l’impoverimento di uno tra i migliori 10 servizi di emergenza territoriale a livello nazionale”. “Le nostre Associate intendono contribuire al riordino del sistema, anche a costo di sacrifici importanti” conclude il segretario regionale Marino Oliverii ”ma non possiamo rimanere indifferenti di fronte a tagli così drastici. Tuttavia, tenteremo di proseguire nello svolgimento di tutte le attività finora effettuate, anche se ciò sarà possibile per un periodo di tempo molto limitato.”
Ruffini e Di Luca (Pd): Chiodi taglia anche il 118. “Dopo il drastico taglio dei primariati agli ospedali adesso tocca alla rete di emergenza territoriale della Provincia di Teramo che di fatto verrà fortemente ridimensionata dal Commissario alla sanità Chiodi” afferma il consigliere regionale Giuseppe Di Luca “la Val Vibrata resterà con una sola ambulanza mentre sulla costa il presidio di Villa Rosa sarà eliminato e quello di Alba adriatica resterebbe aperto solo d’estate. Una situazione insostenibile e pericolosa che non garantisce più il diritto essenziale alla salute dei cittadini”. Secondo Claudio Ruffini il grido di allarme delle associazioni convenzionate deve essere preso in seria considerazione. Alcune aree della Provincia di Teramo saranno completamente sprovviste di un’ambulanza (le aree interne e montane soprattutto ma anche le vallate del Tordino e del Vomano con le soppressioni di Mosciano e Notaresco) e quelle ancora attive sul territorio saranno fortemente limitate e con capacità ridotte. “Il Piano di riduzione previsto dalla Asl di Teramo” dicono i consiglieri regionali del Pd “penalizza ancora una volta i più deboli, gli anziani, i malati, gli svantaggiati. Tra un Comune e l’altro c’è una sola ambulanza che in alcuni casi impiega anche 50 minuti per un soccorso. In pratica se si resta coinvolti in un incidente stradale si rischia di non essere soccorsi in tempo.” “Abbiamo chiesto ed ottenuto per domani un incontro al manager della Asl di Teramo, Dott. Varrassi” dice Ruffini “serve un momento di riflessione per rivedere la proposta di ridimensionamento del servizio territoriale di emergenza. Vogliamo essere presenti e vicini alle associazioni per questo parteciperemo anche noi all’incontro.” “Diremo a Varrassi che quando c’è in gioco la vita dei cittadini non si può fare solo i “ragionieri” dice Di Luca “al cittadino che ha un malore improvviso non possiamo rispondere che non ci sono i soldi per andarlo a soccorrere in tempi brevi e che quindi deve aspettare. Se così fosse, vogliamo che a spiegarlo agli abruzzesi siano Chiodi e la Baraldi”.
La reazione del Partito Democratico provinciale di Teramo. “Nel prendere atto di quanto dichiarato dal Coordinamento Provinciale ANPAS (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze), che paventa eventuali rischi per la salute dei cittadini in conseguenza della importante diminuzione dei posti di soccorso effettuata dalla ASL, il PD ribadisce quanto già dichiarato più volte, sia nel documento sulla Sanità approvato all’unanimità dalla propria Assemblea Provinciale e sia nell’ultima conferenza stampa indetta dal Partito: nessuna riduzione negli Ospedali, senza prima aver riorganizzato una rete territoriale di emergenza e urgenza efficace e che garantisca a tutti, in modo imparziale, il diritto alla salute.
“Al momento, lo stravolgimento organizzativo voluto da Varrassi, prevede solo tagli. Non solo sulle divisioni ospedaliere, ma – ora – anche sul territorio! Mi sembra francamente improbabile che una diminuzione delle postazioni di emergenza territoriale possa configurare un miglioramento organizzativo, come si vuol far credere. Soprattutto in considerazione dell’ ovvia aumentata esigenza di trasporto in ambulanza di malati che, a causa dei tagli dei reparti ospedalieri, dovranno essere trasferiti nell’ospedale in cui sarà possibile curare le proprie patologie. I cittadini non hanno colpa degli eventi che hanno sprofondato negli inferi la sanità abruzzese e non devono vedersi negato il diritto alla salute sancito dalla nostra Costituzione. Finora, non si ha nessuna certezza che, ad esempio, una persona colpita da infarto (magari nella zona di Atri, ma solo per fare un esempio, sia chiaro) trovi davvero un medico che riconosca immediatamente la sua patologia e lo trasferisca con mezzi adeguati all’Ospedale dove potrà ricevere le cure migliori, e tutto questo nel giro di venti minuti! Il PD teramano, in maniera responsabile, e come si confà ad un partito riformista e di governo, non è aprioristicamente contrario alla riorganizzazione dei servizi sanitari, ma intende vigilare attentamente su tutte le operazioni di riordino poste in essere. In particolare su quelle che Varrassi, in modo unilaterale, senza confronto alcuno e – soprattutto – senza aver ancora ricevuto linee-guida regionali, sta attuando. L’attenzione del PD sui temi della Sanità è altissima, in particolare in questo periodo in cui, ai ben noti problemi finanziari, si aggiungono quelli procurati da una Direzione Generale che si comporta in modo assolutamente autoreferenziale, dimenticando che le riforme, le riorganizzazioni, i riordini, o in qualunque altro modo vogliamo chiamarli, se non sono condivisi non possono condurre a nulla di buono”.