Teramo. Falso ideologico in atto pubblico. Di questo sono accusati cinque docenti della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Teramo, che ieri sono stati rinviati a giudizio dal gup Giovanni De Rensis. Il prossimo 8 giugno per loro si aprirà il processo al Tribunale di Teramo.
Si tratta dell’aquilana Francesca Rosati, professore associato, dei romani Francesca Varelli e Piero Giorgio, del pescarese Giovanni Agresti e della giuliese Mariapia D’Angelo, docenti a contratto.
L’inchiesta, condotta dal sostituto procuratore Davide Rosati, risale al 2008 quando, secondo l’accusa, alcuni studente della Facoltà teramana avrebbero sostenuto esami di lingua inglese solamente con i docenti a contratto, nonostante la norma prevede chiaramente la presenza del professore associato. L’incongruenza compare nei verbali d’esame, sui quali è apposta la firma del docente, che in realtà non era presente alla seduta.
L’inchiesta è scattata dopo alcune denunce e nel 2009, gli uomini della Digos e della polizia giudiziaria, su disposizione del Procuratore Gabriele Ferretti, hanno sequestrato i verbali e raccolto le testimonianze.
A questo punto, se le accuse dovessero risultare fondate, gli studenti rischierebbero l’invalidazione degli esami, mentre per i docenti una condanna da uno a sei anni.