Angelo Di Matteo, presidente del Cirsu, il consorzio dei rifiuti che interessa i Comuni di Roseto, Giulianova, Mosciano, Bellante, Morro D’Oro e Notaresco dichiarato fallito il 10 settembre di un anno fa, non si dà per perso.
Domattina alle 11,30 a Roseto incontrerà nuovamente gli amministratori dei sei Comuni consorziati per cercare di salvare il Cirsu dal rischio che possa finire in mano ai privati.
Di Matteo è convinto che la gestione pubblica del consorzio sia ancora possibile, nonostante la sentenza di fallimento e il ricorso respinto dalla Corte d’Appello. Ritiene che il disastro che ha poi portato al fallimento sia stato causato dalla malagestione degli anni antecedenti il suo arrivo.
Carte alla mano è convinto che Cirsu non debba dare nulla all’ex socio privato, Aia del gruppo Di Zio che vanta un credito di 2milioni e 250mila euro motivo per cui era stata avviata la procedura di fallimento. Concetti espressi più volte e ribaditi nel corso della riunione della settimana scorsa con i sindaci e gli amministratori a cui ha palesato l’ipotesi di salvare il Cirsu e gli impianti di Grasciano continuando con una gestione pubblica.
Idea che ha già bocciato Diego Di Bonaventura, sindaco di Notaresco, territorio che ospita le strutture del consorzio. Domani dunque giorno della verità. Sindaci e amministratori dei sei Enti aderenti al consorzio intercomunale per i rifiuti solidi urbani, dovranno esprimere un parere definitivo sull’ipotesi avanzata da Angelo Di Matteo. Mentre i privati che operano nel settore dei rifiuti sono alla finestra con interesse. Perché la materia rappresenta sempre un grosso affare.