Teramo. Lo scorso 10 marzo, nella sede della facoltà di Giurisprudenza, alla presenza di due membri dell’esecutivo nazionale, Alessio Branciamore e Tino Colacillo, si è svolto il biennale congresso dell’UDU Teramo per l’elezione del nuovo assetto organizzativo interno all’associazione.
Un congresso che ha visto il rinnovo delle cariche e l’elezione di Monia Flammini nel ruolo di Coordinatrice, Lorenzo Di Stefano a Vice Coordinatore e Matteo Di Simone a Responsabile organizzativo, che hanno presentato il documento congressuale e il nuovo statuto dell’associazione.
Il documento congressuale, molto articolato nelle sue parti, tocca tutti i punti del mondo accademico, dalla Legge Gelmini al diritto allo studio ed alla cittadinanza studentesca.
L’UDU Teramo, infatti, non ha voluto tralasciare nulla, cercando di darsi un programma di lavoro dettagliato e che permetta, per prima cosa, di svolgere quello che è il suo compito basilare: la rappresentanza studentesca. Una vicinanza testimoniata nell’ultimo anno da una forte presenza all’interno delle facoltà, dalle numerose iniziative organizzate nel cosiddetto “autunno caldo” delle proteste contro il DDL Gelmini, che li ha visti promotori di manifestazioni dentro e fuori l’Ateneo. “Per quanto concerne la Legge Gelmini” si legge nella nota “si sta ora aprendo l’iter per la stesura dei nuovi statuti universitari. L’UDU ha sempre auspicato che l’iter sia il più partecipato possibile, chiedendo anche al Rettore la nomina di uno dei suoi rappresentanti. Richiesta rigettata dalla stessa”.
Il documento, inoltre, prevede un intero paragrafo sulla cittadinanza studentesca.
“Teramo non è una città al passo con lo studente e di questo ne sono la dimostrazione le continue scelte scellerate da parte della politica locale e delle istituzioni accademiche. Basti pensare alla disastrosa delocalizzazione dell’Università e la difficilissima condizione dei trasporti urbani. Ad oggi, il progetto di Teramo città universitaria è lontano dal realizzarsi per le gravi carenze appena descritte. Ciò, però, non deve scoraggiarci! A nostro avviso è necessario che l’università entri prepotentemente dentro il centro di Teramo e non rimanga confinata in collina, facendo si che in città si faccia fronte alla storica carenza di spazi aggregativi, culturali: luoghi, insomma, in cui produrre e promuovere cultura e sapere. Rilanciamo, quindi, con forza il desiderio e la speranza il progetto di Teramo città universitaria che fino ad oggi, purtroppo, ancora non è mai stato realizzato”.
Nel documento congressuale, infine, ampia rilevanza è stata data ai rapporti con l’Udu dell’Aquila “con la quale intendiamo collaborare al fine di riuscire ad avere una maggiore forza per lottare per i problemi universitari che ci accumunano (diritto allo studio, trasporti, condizione studentesca). Continuiamo a credere, inoltre, ad un’Università libera, pubblica, democratica e accessibile a tutti. Come dice il nostro motto storico essere studente significa avere dei diritti, essere dell’Udu significa difenderli”.