Teramo. Falsi certificati di rottamazione per fruire degli incentivi dello Stato per l’acquisto di nuovi veicoli. E’ un giro che coinvolge 36 beneficiari del contributo (denunciati per truffa aggravata e falso), un concessionario di auto e un autodemolitore, quello portato alla luce dalla Polstrada di Teramo. Il sistema architettato era piuttosto lineare nel suo sviluppo. Gli acquirenti di nuovi mezzi (auto soprattutto), dichiaravano di possedere un vecchio ciclomotore, in modo da fruire dei contributo governativo quantificato nel 10% nell’acquisto del nuovo veicolo. Per ogni compravendita, per fare un esempio, il beneficiario otteneva un risparmio, sotto forma di incentivo alla rottamazione, tra i 400 e i 750 euro. Almeno in apparenza, il sistema era inattaccabile, ma nella sostanza i beneficiari dei contributo non avevano mai posseduto un ciclomotore oppure si trattava di un semplice rifiuto in quanto privo dei componenti e degli accessori per poterlo qualificare come motociclo da rottamare. I titolari di una concessionaria della provincia, P.G. di 31 anni e F.C. di 35, e un autodemolitore, M.M. di 45, avevano il compito di stilare i falsi certificati di rottamazione. Per definire la pratica, i beneficiari del contributo statale, venivano invitati a presentare denuncia di smarrimento del documento di circolazione di un mezzo che, in realtà, non avevano mai posseduto. L’indagine, molto capillare da parte del personale della polizia stradale, ha consentito di evidenziare che i numeri di telaio di alcuni ciclomotori rottamati erano stati utilizzati più volte per ottenere, in situazioni diverse, lo stesso contributo. Gli inquirenti hanno denunciato, ovviamente, anche i titolari della concessionaria e l’autodemolitore, che deve rispondere anche del reato di violazione della normativa del settore, in quanto non autorizzato alla demolizione di ciclomotori.