Giulianova, acquistato l’ex casello dalle Fs. Ma il Comune vuole ora abbattere la casa

ex_casello_via_del_carsoGiulianova. Importante Consiglio Comunale domani a Giulianova per discutere le osservazioni al Piano di Recupero dell’ex Foma, zona sud della città. Ce ne sono alcune interessanti, una in modo particolare che riguarda l’edificio di un ex casello ferroviario, in via Del Carso, acquistato totalmente 2 anni fa dalla famiglia Di Battista che oggi rischia di ritrovarsi senza il piccolo stabile.

 

Si tratta di un immobile che si sviluppa su due livelli, con uno scantinato (complessivamente circa 300 metri quadri), una corte esterna di 500 metri quadri, per un valore complessivo che supera i 700-800 mila euro stando ai prezzi di mercato. Secondo il piano di recupero dell’ex Foma, che fa riferimento all’imprenditore rosetano Giovanni Lucidi, questo edificio deve essere abbattuto e al suo posto sorgerebbe una strada di collegamento con tutta la nuova zona di sviluppo. Alla base dello studio del piano di recupero c’è un grave errore di fondo, sottovalutato dai tecnici progettisti e dall’amministrazione comunale di Giulianova. L’errore sta nel fatto che tutti quanti erano convinti che quell’edificio fosse ancora di proprietà delle Ferrovie.

Ma proprio le Ferrovie una decina di anni fa circa hanno avviato la cessione degli ex caselli, attraverso un piano di dismissione, a quanti avevano prestato sino ad allora servizio per le Fs. Camillo Di Battista, dipendente oggi in pensione delle Fs, ha inizialmente acquistato il piano terra, lo scantinato e la corte dell’edificio e successivamente, esattamente nel novembre del 2008, ha acquistato assieme al figlio il piano superiore che peraltro è stato recentemente ristrutturato. Perché in fase di progettazione non si è provveduto con le necessarie verifiche attraverso i fogli del Catasto? L’acquisizione o il passaggio di proprietà dalle ferrovie alla famiglia Di Battista sarebbe stato regolarmente accertato. Quindi il clamoroso errore sarebbe stato evitato. Più volte i proprietari dello stabile hanno chiesto spiegazioni all’ufficio tecnico del Comune. Ma non hanno mai avuto risposte convincenti. Tra l’altro la presunta strada andrebbe ad innestarsi in via Lepanto, a ridosso del sottopasso. Cosa che la legge non consentirebbe se non con adeguate misure relative alla sicurezza.

I nuovi proprietari sono stati costretti ad affidarsi ad un legale, l’avvocato Marcello Russo di Pescara, esperto in materia, per non perdere la casa. Ha anche presentato un ricorso al Tar per opporsi a quanto previsto dal piano di recupero e nei giorni scorsi c’è stata un’integrazione dei documenti per ottenere quanto meno la sospensione degli atti relativi al possibile abbattimento dello stabile. Ovviamente domani nel corso del Consiglio Comunale la famiglia Di Battista, che ha già affrontato una spesa di circa 12mila euro per le questioni legali, spera che l’osservazione venga accolta. In caso contrario è disposta a dare battaglia sino alla fine. E sembra che dalla sua parte si sia schierato già Il Cittadino Governante di Franco Arboretti.

Lino Nazionale

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