Non serve attribuire responsabilità in questo momento, ma è fondamentale che gli Enti e gli organismi competenti affrontino una volta per tutte e in maniera seria la questione, coinvolgendo le forze del territorio.
“E’ necessario trovare soluzioni condivise e attuabili”aggiungo “al di là di empiriche proposte dettate più dalla emozionalità del momento che da veri e propri studi, che impediscano, nel futuro, il ripetersi di episodi come quelli verificatisi nei giorni scorsi. Uno studio corretto dell’insediamento di infrastrutture, di zone abitati, in relazione alle criticità e alle peculiarità del territorio; una costante manutenzione degli ambienti agricoli e degli alvei fluviali, tenendo conto delle caratteristiche agronomiche, biologiche ed ecologiche dei diversi siti; nuove tecnologie costruttive e soluzioni tecnologiche adeguate, sono necessarie, da subito, per non dover, a breve, tornare a fare la conta dei danni e, purtroppo, delle vittime. I Comuni, le Province, la Regione, devono mettere in atto azioni concrete per far si che la pianificazione tenga conto delle indicazioni che emergono da studi quali il P.A.I. e il P.S.D.A., attuando, se necessario, politiche di delocalizzazione degli insediamenti a rischio e promuovendo azioni di costante tutela del territorio”.
L’Ordine assicura, quindi, la sua collaborazione per gli eventuali studi necessari ad attuare le azioni necessarie, mettendo a disposizione le professionalità dei propri iscritti per eventuali azioni di confronto a tutti i livelli istituzionali.