Giulianova. La salma di Stefano Crocetti, 42 anni di Giulianova, è stata riesumata ieri mattina per una ricognizione cadaverica nella camera mortuaria del cimitero di Roseto. Lo ha deciso la Procura procura Santa Maria Capua Vetere in seguito ad un’indagine su morti sospette all’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa, dove Stefano Crocetti morì lo scorso 4 agosto.
Il suo corpo sarebbe rimasto per due giorni in un ufficio con il solo refrigerio di un ventilatore, prima di essere riconsegnato ai genitori. Per avere chiarezza sulla sua morte e contro le condizioni di detenzione dell’OPG di Aversa da tempo si batte, l’Associazione Antigone Campania.
La ricognizione cadaverica è stata effettuata a Roseto per la non idoneità del cimitero giuliese. Ad eseguira il professor Mauro Bacci Ordinario di Medicina Legale dell’Università di Perugia, accompagnato da due assistenti e da un anatomopatologo nominato dalla famiglia di Stefano Crocetti, Giuseppe Sciarra. La salma è stata scortata da due agenti della polizia municipale e dai genitori del defunto. Terminata la ricognizione cadaverica il corpo di Stefano Crocetti è stato riportato al cimitero di Giulianova. L’uomo era finito ad Aversa a seguito di una perizia psichiatrica dopo un arresto. Prima di morire per un arresto cardiaco, come fu stabilito dall’ispezione cadaverica dell’agosto scorso, Crocetti era stato stato ricoverato due settimane prima in una struttura ospedaliera civile. Nell’OPG di Aversa sono anche altre le morti sospette, sempre per arresto cardiaco oppure altri casi come soffocamento per un rigurgito da cibo. Nel giugno 2010 la struttura è stata visitata dal senatore Ignazio Marino che dichiarò: “l’assenza di cure specifiche, (…) e la sensazione di completo e disumano abbandono dei degenti hanno reso tutto le condizioni detentive tali da rendere disumana la permanenza di qualsiasi individuo”.