La lettera
“Qualche giorno fa”, racconta il lettore, “ vengo attirato da sghignazzi e battute ironiche da parte di due persone a piedi e di fronte ad una banca albense: le frasi suonavano più o meno così: “ah!ah!ah! sul parcheggio degli handicappati…ah!ah!ah!…”: un signore a bordo di un auto aveva appena parcheggiato nello spazio disabili adiacente all’istituto. Era evidente che si conoscessero e che probabilmente si erano dati appuntamento; il tizio scendendo dall’auto si unisce allo scherno degli altri due, come compiaciuto. In un primo momento spero che il conducente incivile non si allontani completamente dall’auto; mi sbagliavo. Decido di “intervenire”. Mi avvicino, faccio presente cortesemente la situazione. Immediatamente, vengo aggredito dal soggetto interessato che si avvicina al mio viso e con urla e sbraiti mi vomita addosso frasi del tipo “lei chi è!?…si qualifichi!?” e poi ancora:”…io sono un avvocato!”,”…se ne vada…!..se ne vada…!”
Poi sento, uno dei suoi “amici” sbraitare con complicità contro di me dicendo: “sono il direttore della banca”.
Tutto in un crescendo di urla ed animosità, sorprendenti e spropositati.
La “mia colpa”, a dire dell’ avvocato incivile, è di aver usato del…sarcasmo…!?!…mah! come se questo fosse un motivo superiore al comportamento anti-disabile.
Il terzo signore, invero, sembrava solidale con me, ma inerte. Diciamo che poi sono riuscito a far spostare l’auto, ma SOLO perchè anche io “ero qualcuno”. IRONIA: la mia passione per le scienze umanistiche mi ha aiutato probabilmente a “spiegare” l’accaduto, ergo: ho assistito ad una manifestazione primordiale di virilità/status-sociale, prevalentemente del primate maschio italiota nota come “lei non sa chi sono io”. Egoismo, individualismo, apparenza, egocentrismo e “lesa maestà” sono stati messi in evidenza nella vicenda; a discapito del senso civico e della sensibilità sociale specie dei soggetti più deboli come gli handicappati, che evidentemente non possono permettersi di parcheggiare altrove o attendere. Comunque l’esposizione mediatica, il passaparola e il dibattito sortirebbero comunque più attenzione verso i diversamente abili e il risveglio di qualche coscienza assopita, forse anche dei protagonisti della vicenda.
Spero in una società in cui sia il figlioletto piccolo a riprendere il genitore del tipo: “papà questo è il posto riservato ai disabili: qui non si parcheggia”.