Martinsicuro. Per aggirare le spettanze dei creditori aveva ceduto, in maniera fittizia, un immobile commerciale ad una società appositamente costituita, anche se conservava la piena disponibilità della struttura. In esecuzione di un provvedimento firmato dal Gip del tribunale di Teramo, i militari della guardia di finanza della polizia giudiziaria (in collaborazione con i colleghi della compagnia di Giulianova), questa mattina, hanno sequestrato un immobile di tre piani, localizzato nella zona industriale di Martinsicuro, di proprietà di un imprenditore marchigiano.
L’uomo, 60 anni, denunciato con l’accusa di bancarotta fraudolenta, secondo quanto acclarato da una capillare indagine effettuata dalle Fiamme Gialle, avrebbe escogitato uno stratagemma per eludere le richieste dei creditori, alienando in maniera fittizia l’immobile sequestrato questa mattina (per un valore di 1,2milioni di euro). Lo stabile, sulla carta era gestito da altri soggetti (in particolare una società), ma nella sostanza era ancora nella materiale disponibilità dell’imprenditore. Elementi, questi, che hanno favorito la decisione da parte del giudice di apporre i sigilli all’opificio. All’interno dello stabile operavano una serie di imprese commerciali, gestite da imprenditori italiani e cinesi. Ed è proprio in una delle imprese dirette da un imprenditore del Sud-Est asiatico, i finanzieri hanno rinvenuto oltre 650 borse contraffatte, che recavano il marchio di importanti griffe (Nero Giardini, Armani,Louis Vouitton, Dolce& Gabbana, Moschino, Gualtier), e migliaia di metri di pellame utilizzato per realizzare le creazioni in pelle. Sia gli articoli prodotti che il material utilizzato per il confezionamento, sono stati sequestrati. A margine della stessa operazione, che comunque ha evidenziato che la cessione dello stabile era un’operazione fittizia, i militari sono stati richiamati dal lamento di 36 cani (di proprietà dell’imprenditore denunciato), che erano rinchiusi in una angusta pertinenza, ricavata nello stesso immobile. Le precarie condizioni nelle quali vivevano gli animali, hanno prodotto un ulteriore provvedimento da parte del giudice, che ha disposto l’affidamento giudiziale dei poveri animali al canile di Alba Adriatica. Operazione questa perfezionata con l’ausilio del personale della Asl di Teramo.