Teramo. “La rappresentazione della riunione con i Sindaci finisce per celare l’aspetto centrale della questione: evitare che i cittadini paghino gabelle e dazi per entrare nei boschi e raccogliere funghi”. Così l’assessore provinciale all’attività venatoria, Giuseppe Di Michele, dopo la riunione del 25 gennaio scorso convocata per affrontare le problematiche legate alla raccolta dei funghi.
“La legge regionale approvata a marzo del 2010” ribadisce l’assessore dice che gli enti gestori di usi civici non possono imporre ulteriori contributi aggiuntivi” e questo perché è previsto il rilascio da parte delle Province di un tesserino valido per tutto il territorio regionale. Quindi, abbiamo convocato un tavolo allargato, composto da Sindaci, associazioni di fungaioli e Amministrazioni separate per dirimere una questione che ci vede protagonisti nostro malgrado, in quanto stiamo solo applicando la legge. Siamo anche giunti ad una soluzione: insieme incontreremo l’assessore regionale all’Agricoltura, Mauro Febbo, in quanto la Regione è l’unico ente che può dire l’ultima parola su questa vicenda. Fra tutti i partecipanti all’incontro, sei Sindaci e sei rappresentanti delle amministrazioni separate, solo il sindaco di Crognaleto ha abbandonato l’aula dopo essersi presentato con un legale di fiducia. Nonostante in alcuni momenti del confronto si siano registrati toni accesi, personalmente giudico molto positivamente quella riunione, perché per la prima volta sono state coinvolte tutte le parti interessate e perché si è raggiunto un accordo sul percorso da intraprendere”.
Su questa vicenda si registra anche la presa di posizione del consigliere provinciale Luca Corona (Pdl) che in questi mesi si è occupato della materia affiancando l’assessore Di Michele nelle riunioni. “Lo scopo dell’incontro convocato dall’assessore Di Michele” ha detto “si inserisce in un percorso intrapreso da mesi e che si fonda sul coinvolgimento di tutte le parti interessate, anche delle associazioni micologiche che rappresentano gli interessi dei cittadini e non dei privati. Le associazioni sono portatori di interesse e l’istituzione le ascolta e le consulta in questa come in tante altre circostanze”.