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Teramo, a lezione di Costituzione nella “Zona Rossa”

Teramo. “Cà nisciun è fess” aveva detto ieri il questore di Teramo Amalia Di Ruocco, riferendosi alla richiesta inoltrata dal neonato Comitato “Teramo per la Costituzione”, sulla lezione che si è tenuta questo pomeriggio in piazza Martiri della Libertà, in piena “Zona Rossa”. “Solo un modo per arginare l’ordinanza del Prefetto”, secondo la Di Ruocco. “Come se parlare di Costituzione fosse qualcosa di eversivo” è la replica di Filippo Torretta (Prc).

Tant’è. L’iniziativa promossa dal Comitato si è svolta nella massima tranquillità, con le forze dell’ordine schierate in borghese e non ed una discreta affluenza di cittadini che si sono fermati nello spazio dato in concessione, per ascoltare la interessante lezione tenuta da Alberto Burgio, docente di Storia della Filosofia contemporanea alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna.

“Vogliamo evitare che qualcuno si ritenga fesso” è la premessa di Torretta “e vogliamo parlare solo di Costituzione. Nessun accenno al diritto negato di manifestare il proprio dissenso in centro. Non possiamo farlo. Nessun accenno alla vicenda di Mirafiori né al problema della cassa integrazione nella nostra provincia. Di questo possiamo parlare solo in periferia”.

Il tono velatamente polemico lascia, tuttavia, subito spazio alla lezione di Burgio, il quale parte dalla convinzione che “i vincoli sul territorio dovrebbero essere di altra natura: contro la speculazione edilizia, la devastazione idrogeologica, i rifiuti. Evocare zone rosse è quanto di più triste possa succedere in una democrazia. È sintomatico perimetrare i territori, è la metafora di quanto succede in Italia: i limiti sono la cifra della fase politica che stiamo vivendo”.

Burgio parla, infatti, di una società in cui ci si chiude  e ci si confina ciascuno nel proprio ruolo. “Oggi la società è sempre più marcatamente segnata in senso autoritario, dove le istituzioni si pongono al di sopra della società. Manca il coinvolgimento, manca la partecipazione e la società è semplicemente la destinataria passiva delle decisioni che vengono dall’alto. Esattamente l’opposto di ciò che è scritto nella Costituzione”.

Dove sono finiti principi come la partecipazione, l’eguaglianza, la centralità del lavoro e della conoscenza, il primato dell’interesse generale? “E’ questa l’essenza della nostra Costituzione” spiega Burgio “ma purtroppo siamo con tutti e due piedi in una società totalmente opposta. Stiamo attenti e rileggiamo la Costituzione per capire cosa ci sta succedendo”.

Nessun disordine nel pomeriggio informativo del Comitato “Teramo per la Costituzione”. “La nostra battaglia continua” conclude Torretta. E già annuncia il ricorso al Tar contro l’ordinanza prefettizia.