Alba Adriatica, il mare rischia di inghiottire la Bambinopoli

mare_in_burrasca_albaAlba Adriatica. La Bambinopoli è insidiata, sempre più dal mare, ma è un ampio tratto del litorale di Alba Adriatica a dover pagare dazio all’incedere dell’erosione. L’estate è ancora lontana, non solo meteorologicamente, nel calendario, ma le mareggiate degli ultimi giorni hanno fatto salire nuovamente la soglia di preoccupazione di amministratori ed operatori turistici, in vista di quella che sarà la prossima stagione balneare.

Basta fare una piccola ricognizione nella zona nord di Alba Adriatica, all’interno della Bambinopoli comunale, per scrutare l’orizzonte e per rendersi conto di quello che ha prodotto, negli ultimi giorni, la furia del mare. Il lembo di arenile, che in estate connota lo spazio davanti al parco pubblico, è stato praticamente azzerato. A protezione della struttura, da tempo, ci sono dei grossi massi: che però hanno potuto nulla di fronte all’incedere del mare, che ha addirittura scavato delle buche nella parte interna del muro di protezione. Non si tratta di essere pessimisti, ma il muro, continuando di questo passo, rischia anche di cedere. La situazione sembra critica anche negli 800 metri più a sud, dove i concessionari devono fare i conti con la progressiva riduzione dell’arenile. Non per usare frasi fatte, ma urgono interventi risolutivi, visti che quelli pianificati in precedenza, a conti fatti, non sembrano aver arginato il problema, che anzi in coincidenza con ogni inverno sembra aggravarsi. Alla luce degli ultime, nefaste, mareggiate, erosione_bambinopoli_albal’assessore ai lavori pubblici del Comune di Alba Adriatica, Gabriele Viviani, ha deciso di chiedere l’intervento della Regione. “ Nei prossimi giorni sarà inviata una nota alla Regione e all’assessore Di Paolo”, spiega Viviani, “ perché riteniamo che la situazione del nostro litorale sia fonte di grossa preoccupazione. Alba vive di turismo e senza un arenile adeguato, l’intero economia delle vacanze rischia di perdere posizioni. Serve uno studio compiuto delle dinamiche erosive e un cospicuo stanziamento di fondi, che consentano di programmare opere risolutive e non tampone, che il più delle volte somigliano a dei palliativi improduttivi, anche sul piano economico”.

 

 

 

 

 

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