Giulianova, folla al funerale di Paolo Cialini. Il ricordo del nipote FOTO-VIDEO

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Giulianova. Grande commozione per l’ultimo saluto a Paolo Cialini, informatico 47enne, morto martedì scorso dopo un litigio per una mancata precedenza e colpito al cuore da una coltellata per mano di Dante Di Silvestre, riparatore di caldaie di Mosciano.

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Gli amici, i conoscenti e i parenti si sono stretti attorno alla compagna Mihaela, alla sorella Antonietta e alla mamma Jole colpiti dalla tragedia. Non c’era la figlioletta Alessia, lasciata a casa con altri parenti, unica testimone, al momento, del delitto di via Verdi.

Omelia sobria quella di don Ennio Lucantoni, parroco della chiesa di San Pietro e Paolo di viale Orsini a poca distanza dal luogo in cui si è consumato l’altro giorno l’omicidio. Nessuno accenno da parte del sacerdote alla violenza, all’efferato delitto. Solo ieri sera all’anziana madre è stato detto della morte del figlio. Ma non è stata raccontata tutta la verità. Perché la donna sa che il figlio è deceduto in seguito ad un incidente stradale e non per una coltellata ricevuta al cuore dopo la lite con Dante di Silvestre.

Nella chiesa gremita tanta gente. Il feretro di Paolo Cialini è stato ricoperto da un cuscino di rose rosse e un cuore sempre di rose e orchidee bianche. Don Enio Lucantoni ma ha pregato per un posto nel Regno dei Cieli per Paolo Cialini. Tra i banchi della chiesa anche l’avvocato Massimo Di Bonaventura, legale della famiglia della vittima che sta seguendo ora il caso. Momento molto toccante quando il nipote, il figlio della sorella, ha voluto ricordare i bei momenti trascorsi insieme all’amato zio. Al termine del discorso è partito un applauso spontaneo e commosso. Successivamente tra il grande dolore della folla, Paolo Cialini ha attraversato per l’ultima volta Giulianova prima di essere tumulato al cimitero cittadino.

Sul fronte delle indagini la Procura di Teramo spera che si faccia avanti qualche testimone. Perché è convinzione degli inquirenti che qualcuno possa aver assistito alla lite tra Paolo Cialini e Dante Di Silvestre, sfociata poi nell’omicidio dell’esperto informatico giuliese.

 

 

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