Durante il blitz R.V. 50 anni, originario della provincia di Teramo, ha rivendicato la piena proprietà e disponibilità della fabbrica, nonché dei materiali e delle attrezzature custodite ed utilizzate per la fabbricazione delle scarpe. I finanzieri hanno sequestrato l’opificio, grande quasi 4 mila mq, con tutto il campionario dei prodottii (circa 800 paia di scarpe e altre mille in lavorazione), 2 clichè in ottone e 15 punzoni recanti il marchio della griffe contraffatta per l’impressione in rilievo del segno distintivo e circa 32.000 pezzi di materiale di consumo distinto tra fondi in gomma, tomaie e sottopiedi. Posti sotto questro anche 12 macchinari utilizzati nelle varie fasi della lavorazioni delle scarpe. Successivamente è stato scoperto che i 12 lavoratori sorpresi nell’attività illegale, italiani ed extracomunitari, sono risultati in “nero” e più precisamente non in regola con le posizioni contributive ed assistenziali, circostanza questa che renderà necessario approfondire le indagini anche sotto l’aspetto giuslavoristico e fiscale, allo scopo di ricostruire la posizione del titolare della ditta che, già dai preliminari accertamenti, si sarebbe reso responsabile dell’inosservanza degli obblighi dichiarativi dei proventi connessi all’attività svolta.
Il proprietario della fabbrica di scarpe contraffatte è stato denunciato a piede libero per contraffazione di prodotti industriali ed illegale detenzione di armi, trovate all’interno della struttura aziendale (due pistole e due fucili non dichiarati sulla cui provenienza saranno svolti accertamenti). Nel frattempo continuano le indagini per accertare eventuali responsabilità di altre persone.
Continua, quindi, l’incessante azione delle Fiamme Gialle sul territorio della provincia di Teramo per tutelare il consumatore dall’acquisto di prodotti non sicuri, in quanto privi delle reali certificazioni di qualità delle materie prime utilizzate nel processo di lavorazione, nonché l’economia del settore manifatturiero da fraudolente alterazioni della libera concorrenza di mercato, quale diretta conseguenza dell’immissione nei circuiti di vendita di prodotti contraffatti a basso costo.