La Direzione Rifiuti della Regione, infatti, ha dato il via libera al ritorno della frazione organica all’interno della struttura consortile dopo che il CSA, il Consorzio Stabile Ambiente dell’Aquila, che gestisce una parte degli impianti, ha provveduto ad eseguire una serie di interventi ai capannoni all’interno dei quali dovrà avvenire il conferimento per la lavorazione e trasformazione in compost.
Manca però un’autorizzazione prima che i camion possano scaricare l’organico agli impianti di Grasciano ed è quella della curatela fallimentare, visto che il Cirsu il 10 settembre di un anno fa è stato dichiarato fallito dal Tribunale di Teramo, con conferma anche in Corte d’Appello.
Il 2 maggio scorso, dopo una serie di sopralluoghi da parte dell’Arta, l’agenzia regionale per la tutela dell’ambiente, e dei tecnici della Regione, con a capo il responsabile regionale dell’area rifiuti Franco Gerardini, era stato imposto lo stop alla frazione organica, costringendo i Comuni soci a conferire in altre strutture compatibili presenti sul territorio abruzzese.
Il CSA nel frattempo aveva avviato una serie di interventi per la messa a norma e adeguamento degli impianti per evitare che il cattivo odore della frazione organica potesse, alla ripresa delle attività, invadere i centri urbani limitrofi. I tre curatori fallimentari dovrebbero pronunciarsi a giorni.
Intanto, mentre i Comuni soci hanno intenzione di ricorrere in Cassazione contro il fallimento, il sindaco di Notaresco Diego Di Bonaventura, ente comunque socio, è preoccupato. Se alla ripresa del conferimento della frazione organica il cattivo odore dovesse invadere le aree urbane non esiterebbe un solo istante a firmare l’ordinanza di chiusura degli impianti di Grasciano, trattandosi di territorio che ricade nel Comune di Notaresco.