Non ha più un lembo di spiaggia per consentire ai turisti che si apprestano a trascorrere le prossime vacanze estive nella sua struttura ricettiva di sistemare qualche ombrellone e delle sdraio. Negli ultimi anni persi oltre 25 metri di arenile.
E la situazione è peggiorata da quando il Genio Civile per le Opere Marittime della Regione Abruzzo ha deciso di sistemare un pennello dinanzi al camping per le operazioni di ripascimento morbido. Umberto Nazionale, titolare assieme ai figlio dell’Agricamping Marino, è su tutte le furie. L’inverno scorso aveva chiesto alla direzione regionale del Demanio Marittimo di adottare delle soluzioni per fare in modo che in quel punto esatto l’erosione non fosse così accentuata.
Il problema è proprio quel pennello che accentua il fenomeno in virtù di un gioco di correnti che si formano sul lato nord, a ridosso della “blocchiera”, un fabbricato quasi in mezzo al mare che per evitare di essere “risucchiato” dal mare, è protetto da oltre 40 anni da un cordolo di grossi blocchi di cemento. Sino a quando non è stato realizzato il pennello, il fenomeno erosivo era molto più contenuto.
Ma da 6 anni a questa parte la situazione è letteralmente peggiorata. Negli ultimi due anni, poi, le mareggiate hanno anche inghiottito parte della strada. L’operatore balneare colognese era disposto a proprie spese a far rimuovere il pennello, che a dire il vero per garantire la sua efficacia avrebbe dovuto essere sistemato proprio dinanzi alla “blocchiera”.
Dalla Regione è arrivato un secco no. Né sono state prospettate soluzioni alternative. E così dinanzi all’Agricamping Marino non c’è arenile, con un danno che appare inevitabile per la struttura ricettiva. I proprietari della struttura tuttavia non ci stanno. Pronti un esposto e una denuncia nei riguardi del Genio Civile e il Demanio per il danno causato con la realizzazione di quel pennello, lungo circa 70 metri in tutto (compresa la parte sommersa).