Teramo. Nella provincia di Teramo, dove la tradizione dell’agnello e del suo allevamento risalgono all’antica economia pastorale, l’esigenza di tutelare i consumatori di questo prodotto da eventuali “contraffazioni” si fa sentire sempre più incalzante. È quanto sostiene la Coldiretti Teramo che domani riunirà nella sua sede gli allevatori ovini della provincia per verificare l’efficacia del sistema di identificazione entrato in vigore con i regolamenti europei.
Si tratta dell’istituzione di un sistema di riconoscimento e registrazione obbligatorio per gli agnelli nati a partire dal primo gennaio di quest’anno. Gli agnelli vengono dunque registrati in anagrafe e identificati con un sistema moderno e tecnologicamente avanzato: si tratta dell’utilizzo di due distinti strumenti elettronici di identificazione ovvero un marchio auricolare elettronico o il cosiddetto “bolo endoruminale”, costituito da una capsula di ceramica all’interno della quale è situato un dispositivo elettronico che si attiva in risposta a un segnale emesso da un trasmettitore esterno. La capsula va introdotta nell’apparato digerente dell’animale con l’assistenza di un veterinario. Un sistema di tracciabilità, quindi, finalizzato a garantire in maniera efficace i consumatori di carne ovina. Tuttavia la vera trasparenza sulla provenienza della carne, e di conseguenza la qualità autentica che non può prescindere da pascoli, strutture e cure in grado di assicurarla, si otterrà, secondo la Coldiretti Teramo, solo quando a valle dell’anagrafe ovina si potrà contare sull’etichettatura obbligatoria. Proprio con questo obiettivo, inoltre, la stessa Coldiretti si sta impegnando nella promozione del marchio di tipicità “Agnello delle colline teramane” finalizzato a certificare la genuinità di un prodotto che, nell’attuale mercato globalizzato, rischia spesso di subire imitazioni a causa della commercializzazione di prodotti “dubbi” provenienti dall’estero.
“Nella provincia teramana” sostiene Raffaello Betti, direttore della Coldiretti Teramo “si trovano tra le più pregiate razze nostrane che, tra l’altro, hanno preziose proprietà organolettiche e nutrizionali. Pertanto, al di là del tradizionale consumo che avviene a Pasqua, la carne d’agnello può integrare tranquillamente il regime alimentare di ognuno durante tutto l’arco dell’anno. Mi preme inoltre sottolineare l’importanza che gli obblighi previsti dalle direttive europee siano rispettati e non si rivelino solo strumenti burocratici e costi per le imprese allevatrici senza alcun beneficio di trasparenza sui prezzi”.