L’Aquila. Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi domani sarà a l’Aquila, nella Scuola sottufficiali della Guardia di Finanza di Coppito, per la cerimonia di consegna delle pubbliche benemerenze di prima classe ai vertici delle strutture operative. E già alla vigilia, il clima si preannuncia piuttosto caldo, nonostante le temperature non proprio “estive”.
I gruppi cittadini annunciano sul social network Facebook che domani accoglieranno il premier ed il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso al ritmo di “Goodbye Ruby Tuesday”, la famosa canzone dei Rolling Stones, con un evidente collegamento al caso Ruby.
“Hanno deciso di blindare la cerimonia” spiegano “facendo atterrare l’elicottero del premier direttamente dentro la caserma. Cercheranno di non farci avvicinare alla Caserma e ad orientare l’attenzione dei media altrove. Ma una nostra presenza è importante, anche se ci dovessero fermare sul viale antistante l’ingresso”.
Ad annunciare ”probabili iniziative di protesta” sono anche i sindacati di Polizia, attraverso una nota congiunta a firma delle Segreterie provinciali di Siulp, Sap, Siap, Silp Cgil, Ugl Polizia di Stato e Coisp.
”Il crescente dissenso tra la popolazione” si legge nella nota “per l’indecorosa accoglienza degli uffici di Pubblica Sicurezza dell’Aquila, fa sì che gli agenti di polizia addetti a qualsiasi titolo alle relazioni con il pubblico, siano costretti a scusarsi quotidianamente e personalmente con l’utente per il servizio offerto all’interno di containers o nei sottoscala affittati, a spese dei cittadini, a caro prezzo, dalla Cassa di Risparmio della Provincia dell’Aquila. Mentre il Presidente del Consiglio dei Ministri torna domani all’Aquila, dopo una lunghissima assenza, per la consegna dei riconoscimenti di Protezione Civile ai vertici delle forze di Polizia, in riferimento al servizio svolto nel post terremoto, i poliziotti aquilani, cioè coloro che mentre vivevano la tragedia sulla loro pelle e su quella dei propri congiunti hanno prestato servizi e soccorso alla popolazione tralasciando i loro problemi, comuni a tutti i concittadini, ancora oggi, sono costretti a lavorare ammassati e dimenticati in malsani ambienti di fortuna”.
Le sigle sindacali di categoria accusano ‘il Governo di aver cercato di “accreditarsi tantissimi meriti sulla ricostruzione, sinora solo virtuale, a danno anche dell’immagine della popolazione aquilana, non risparmiando figuracce neanche in merito alla ricostruzione degli edifici strategici, come lo stabile della Questura, luogo preposto alla pianificazione e al coordinamento della sicurezza di tutta la provincia”.
”Questo Esecutivo, tra l’altro” aggiungono “oltre a disattendere gli impegni presi con le donne e gli uomini in divisa per il riconoscimento della specificità, pretenderebbe, con una direttiva del Gabinetto del ministro Maroni, già emanata, equiparare i poliziotti a tutti gli impiegati civili e far funzionare la Polizia solo dalle 8 del mattino alle 18 di sera, esattamente come qualsiasi altro ufficio pubblico, disconoscendo di fatto la richiesta di sicurezza da parte dei cittadini che è articolata nelle 24 ore”. Per i poliziotti si tratta di ”una scelta irresponsabile e irrazionale, tanto più grave in una città come L’Aquila, dove il Governo e il presidente del Consiglio si sono giocati la faccia, facendo promesse poi disattese; a risentirne, sarà sicuramente il livello di sicurezza garantito con grandi sacrifici personali dei poliziotti e di tutti gli appartenenti al comparto sicurezza”.
Nella nota si legge ancora che ”a L’Aquila, dopo diciannove difficili mesi, i poliziotti non solo sono ancora ammassati e abbandonati in vere e proprie baracche di lamiera, roventi d’estate e gelide in inverno, forse neanche omologate, ma il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha comunicato di non riconoscere loro neanche le indennità previste dalla legge, in quanto ritiene i containers e i sottoscala di una banca ordinari uffici di Polizia. Tutto ciò la dice lunga sul concetto di locali idonei ad uso ufficio che gravita nei confortevoli uffici romani del Viminale. Dopo aver avuto la fiducia a governare da parte dei cittadini, grazie alle campagne elettorali fatte sulla pelle dei terremotati all’Aquila e sulla sicurezza dei cittadini, lo Stato ora è in affanno per nascondere i fallimenti sull’uno e sull’altro fronte”.
Intanto, giovedì 11 novembre, alle ore 10, il Presidio di piazza Duomo presenterà alla stampa la legge di iniziativa popolare per la ricostruzione dell’Aquila e la prevenzione dei disastri ambientali e sismici. ”A 19 mesi dal sisma del 6 aprile 2009” dicono “è sotto gli occhi di tutti come la ricostruzione dell’Aquila e del cratere sia ferma. Il Governo continua ancora a gestire la complessa situazione del territorio con ordinanze, con provvedimenti che possono derogare alle leggi e non prevedono controlli di legittimità e di spesa. All’Aquila e nel cratere si continua ad operare con procedure di emergenza, utilizzate per imporre scelte dall’alto che escludono i cittadini e per derogare alle leggi, favorendo di fatto speculazioni e gruppi di potere clientelare”. La raccolta delle 50mila firme inizierà il 20 novembre prossimo, in occasione della manifestazione nazionale promossa all’Aquila, ”SOS L’Aquila chiama Italia”, per una ricostruzione dell’Aquila e del cratere che sia sostenibile, trasparente e partecipata.