Secondo le fiamme gialle, la società controllata avrebbe architettato un meccanismo complesso, nel campo della fiscalità internazionale, che produceva i suoi effetti attraverso una serie di atti societari tra loro collegati, che poi avevano come protagoniste la società finita nel mirino degli inquirenti e la propria controllante di diritto estero. Attraverso l’interposizione giuridica di un terzo soggetto economico, espressione del medesimo gruppo societario (che pare operasse nel settore del mobile), venivano dissimulate operazioni gestionali rilevanti agli effetti fiscali, ponendo in essere diversi negozi giuridici del tutto privi di valide ragioni economiche, se non addirittura antieconomici, al solo fine di aggirare la norma fiscale, ottenendo effetti erariali vantaggiosi per entrambe le parti interessate, comportanti un minor gettito fiscale (sopravvenienza attiva non tassabile per la società teramana e perdita fiscalmente rilevante per la sua controllante estera). La guardia di finanza, in base a delle specifiche norme di legge, ha provveduto alla rettifica, in materia di tassazione sui redditi, di tutte le operazione societarie “elusive”, e nel contempo ha avviato le procedure per il recupero dell’imponibile, per 20milioni di euro, non dichiarati al fisco per l’anno d’imposta 2005.