Sant’Omero. Avrebbe effettuato interventi di chirurgia estetica non autorizzati, usufruendo delle attrezzature e della sala operatoria dell’ospedale di Sant’Omero. A diverse pazienti avrebbe rifatto seno e non solo, che normalmente non sono coperti dal Servizio sanitario nazionale. Per questo motivo, con l’accusa di truffa aggravata e falso è stato indagato un medico della struttura sanitaria teramana. Le indagini coordinate dal sostituto procuratore di Teramo, Bruno Auriemma, sono partite la scorsa estate.
Ad occuparsi del caso sono stati i vigili urbani di Sant’Omero ed i carabinieri della stazione di Sant’Egidio alla Vibrata a cui sono state immediatamente affidate le indagini in stretta collaborazione con il Nas di Pescara e la polizia giudiziaria del tribunale. Sembra che da due o tre anni, il medico effettuasse interventi di chirurgia estetica in una struttura non abilitata. Gli inquirenti hanno sequestrato diverse cartelle cliniche mentre sono state effettuate perquisizioni (l’ultima risale a qualche giorno fa) nei luoghi di lavoro del medico a Martinsicuro, a Sant’Omero e Civitanova Marche. Il medico indagato avrebbe effettuato non solo interventi di mastoplastica, ma anche di blefaroplastica e modellamento. E’ quanto emergerebbe dalle circa 50 cartelle cliniche sequestrate dalle forze dell’ordine e finite sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti. L’intervento di chirurgia plastica, stando alla lettura di alcune delle cartelle visionate, si giustificava e trovava applicazione in quei casi in cui la legge ammette interventi ricostruttivi a seguito di operazioni chirurgiche per l’asportazione, ad esempio, di forme neoplastiche. In altri casi, invece su alcune di queste cartelle cliniche pare venissero trascritte malattie inesistenti o che non giustificavano interventi di chirurgia estetica da eseguire in un ospedale pubblico ed a carico del servizio sanitario nazionale. Inoltre, stando alle testimonianze raccolte dai carabinieri, nelle cartelle cliniche veniva registrata l’equipe sanitaria che aveva eseguito l’intervento quando in realtà questa non aveva assistito a tutte le fasi dell’intervento chirurgico: per questo motivo a carico del professionista indagato è scattata la denuncia di falsità materiale commessa da pubblico ufficiale. I pazienti che in questi anni si sottoponevano ad interventi di chirurgia plastica erano prevalentemente italiani.
Pare che le protesi venissero fornite da una società romana e che a portarle in ospedale fossero gli stessi pazienti. Anche su questo fronte gli investigatori sono al lavoro per ascoltare i pazienti direttamente interessati. Infine, non e’ escluso il coinvolgimento della guardia di finanza per valutare se il medico abbia violato il fisco. Quanto alla posizione lavorativa, la Asl di Teramo dalla quale dipende il medico potrebbe avviare un procedimento disciplinare a suo carico fino alla sospensione dall’attività’ sanitaria.
L’indagine. L’inchiesta, come detto, è partita la scorsa estate sulla scorta di alcune testimonianze raccolte dal maresciallo Mario De Nicola, comandante della stazione di Sant’Egidio, che poi ha effettuato una serie di verifiche successive di concerto con gli ufficiali di polizia giudiziaria dei carabinieri, in servizio alla procura di Teramo. Allo stato attuale, in attesa di verificare le 50 cartelle cliniche sequestrate nei vari studi medici del noto chirurgo che lavora all’ospedale di Sant’Omero, sarebbero cinque i casi accertati di operazioni di chirurgia estestica, effettuate nella struttura sanitaria, senza le necessarie autorizzazioni. A quanto pare, l’equipe medica che assisteva il chirurgo (M.M. di 60 anni, che vive a Martinsicuro), durante gli interventi in sala operatoria era all”oscuro di tutto e di conseguenza, al momento, non sono state rilevate eventuali responsabilità di altri medici.