Teramo. Continueranno a protestare con il più alto livello di mobilitazione contro una riforma universitaria “all’insegna dell’incertezza sul futuro”. I ricercatori dell’Università degli Studi di Teramo, appartenenti alle facoltà di Veterinaria, Agraria, Scienze Politiche e Scienze della Comunicazione, ribadiscono in una nota il loro stato di agitazione e la loro indisponibilità a svolgere attività didattica non obbligatoria.
“La sopravvivenza degli Atenei è messa a repentaglio. Mancano risorse, personale, strutture, mentre le offerte didattiche già approvate o in fase di approvazione si presentano ridotte all’osso e dequalificate dal massiccio ricorso alle supplenze esterne”.
Nella nota si ricordano i tagli al Fondo di funzionamento ordinario, circa un miliardo e 400 milioni di euro nel triennio 2009-2011, nell’attesa del progetto di riforma del sistema universitario, la cui approvazione definitiva è prevista alla Camera nei prossimi giorni.
“Tale provvedimento” aggiungono “non risolve la questione del riconoscimento dello status giuridico dei ricercatori e non individua alcun obiettivo strategico che vada nella direzione di migliorare la qualità della ricerca e della formazione universitaria”.
Non si ferma, dunque, l’opera di contrasto del movimento di protesta universitario, deciso più che mai a ritirare la propria disponibilità ad esercitare funzioni didattiche non richieste dal proprio ruolo.