Per alcuni genitori nonostante “l’intervento dell’Ispettrice (ndr, Maria Cristina De Nicola) sia stato tempestivo, tanto che la sua relazione è pervenuta al Dirigente scolastico Carmen Di Odoardo in data 18/02/2016, solo due mesi più tardi (30 sono i giorni di tempo per rispondere a un atto amministrativo), dopo insistenti e ripetute sollecitazioni, i genitori sono riusciti ad avere accesso agli atti direttamente dall’Ufficio Scolastico Regionale e non dall’unica persona che moralmente e istituzionalmente avrebbe dovuto renderli noti all’utenza”.
Dopo aver letto la relazione i genitori sottolineano come “l”Ispettrice ha riscontrato numerose irregolarità e atti illegittimi in tutte le fasi della procedura di attuazione della nuova organizzazione”.
Si legge nella relazione in merito alle motivazioni, ai destinatari della settimana corta, con riferimenti alle strutture e alla gestione del sondaggio. “Qualsiasi motivazione va comunque documentata…poiché la scuola è parte della pubblica amministrazione e come tale deve ispirarsi ai principi di efficacia, efficienza, economicità e trasparenza. Tutto questo per dire che nelle procedure dell’I. C. 1 di Giulianova si riscontra un difetto di motivazione… Inoltre “per cambiare un’organizzazione già consolidata occorrono ragioni che mettono a rischio il servizio scolastico o l’incolumità degli alunni”.
Se il cambiamento riguarda tutte le classi dell’Istituto, “non è legittimo effettuare il sondaggio solo su classi campione”, bensì bisogna farlo su tutte. Inoltre prima di interpellare il Consiglio d’Istituto, andrebbe consultato il Collegio docenti (cosa mai avvenuta) cui “competono tutte le scelte di tipo didattico”.
In merito ai tempi di attuazione per i genitori “il P.O.F., documento ufficiale in cui la scuola deve ‘comprendere anche il modello orario settimanale e deve essere pubblico consegnato alle famiglie all’atto dell’iscrizione…Ne discende che le modifiche all’orario scolastico vanno predisposte in funzione delle nuove iscrizioni. Ciò non risulta essere stato fatto per l’anno 2015/2016’, pertanto le famiglie si sono trovate, in corso d’anno, di fronte ad un radicale cambiamento sia scolastico che organizzativo e la loro ‘posizione… risulta del tutto legittima’.
Per quanto riguarda le delibere del Consiglio d’Istituto si legge che il 4/06/2015 “non si raggiunge il numero legale e la seduta viene rimandata…Nonostante ciò, viene costituita una commissione per l’elaborazione di ipotesi di orario”! Nel Consiglio del primo luglio 2015, l'”irregolarità costituita” dalla “presenza dei genitori manifestanti…sarebbe dovuta essere impedita dalla dirigente scolastica…; anzi, quando la discussione si è animata la dirigente ha deciso di abbandonare il Consiglio”. Dunque una situazione che per i gentitori “ha inficiato il regolare svolgimento della stessa e che potrebbe rendere dubbia la validità delle delibere adottate”.
Nel Consiglio del 31/08/2015, la Presidente del Consiglio viene “sfiduciata, supponendo un conflitto d’interessi venutosi a creare nel momento in cui ha sottoscritto il ricorso al TAR, procedura questa che determina, tecnicamente, l’invalidità di tutte le delibere presiedute dal nuovo presidente”. Una decisione che già allora aveva susicitato imbarazzo e polemiche.
Tra i problemi sottolineati dall’ispettrice ci sarebbe “il rientro senza mensa”.
Nelle sue conclusioni l’isprettice De Nicola ribadisce che “le illegittimità ed irregolarità in ordine alle delibere del Consiglio d’istituto e alla loro attuazione”, consigliando “l’annullamento o la revoca in autotutela ( art.21 Legge 241/90) del provvedimento della settimana corta per la sola scuola primaria”.
Per la scuola secondaria di primo grado, avendo il nuovo orario ridotto i tempi d’attesa dei ragazzi al di fuori dell’edificio, si giustifica il motivo legato alla sicurezza per il quale si è deciso di adottare la nuova organizzazione, pur restando “le delibere viziate” anche per tale ordine di scuola.
“In effetti il problema della sicurezza, risoltosi in passato con un ‘accordo tra scuola, assessore all’istruzione e genitori interessati, andava affrontato anche dalla nuova Dirigente con il convinto coinvolgimento delle famiglie e del Comune, invece ‘questa’ settimana corta sottrae un’ora e 40 minuti alle consuete trenta ore settimanali di attività didattiche che ‘moltiplicati per 33 settimane fanno 55 ore di lezione in meno in un anno, eludendo così il disposto dell’art. 5 del DPR 89/09’! In attesa di vedere riconosciuti a tutti gli alunni il diritto al successo formativo, rimane la soddisfazione per il trionfo della verità, ma anche l’amarezza e la rabbia per aver visto la Scuola, nella persona del Dirigente scolastico, disattenderla e ignorarla! Ora ci si auspica, che le Istituzioni tutte, vigilino affinché tutto proceda secondo i principi della legge e della trasparenza”, concludono i genitori.