Teramo Ambiente, il “balletto” del socio privato: D’Alessandro (IdV) chiede spiegazioni

team_tecTeramo. In principio era la Slia Spa, poi è arrivata Enerambiente Spa. Oggi pare sia arrivato il turno di Enertec Srl. Non si tratta dell’ultimo frutto dell’inventiva tecnologica giapponese, ma semplicemente del socio privato della TeAm, la Teramo Ambiente. L’azienda municipalizzata, che da anni si occupa, tra le altre cose, della raccolta dei rifiuti a Teramo (e non solo) si configura come una società mista, gestita per metà dal pubblico e per l’altra metà dal privato.

Nello specifico, il pubblico detiene il 51% (Comune di Teramo 48.50%, Mo.Te e Ambiente spa 2.00% e Provincia di Teramo 0.50%), il privato invece detiene il 49% delle azioni. La notizia non è ancora stata ufficializzata, ma secondo “voci di piazza”, e come già ipotizzato da una parte della stampa locale, pare che la parte privata, la Enerambiente appunto, sia stata ceduta ad un’altra società, la Enertec.

Sulla questione interviene oggi il consigliere regionale dell’IdV Cesare D’Alessandro, il quale chiede al sindaco di Teramo Maurizio Brucchi spiegazioni in merito. Ma a questo punto, occorre fare un passo indietro.

In tempi non sospetti, la coalizione teramana dell’Italia dei Valori aveva già lanciato l’allarme su una presunta” illegittimità della Teramo Ambiente spa. Nello specifico, si avanzavano dubbi relativi al periodo di tempo compreso tra il 2005 e il 2007. All’epoca della costituzione (1995), il Comune di Teramo deteneva il 51% del pacchetto azionario, mentre per la parte privata, il 49% era nelle mani della Slia, società vincitrice di un bando ad evidenza pubblica, come da normativa vigente.

I dubbi insorgono, si diceva, nel 2005, anno in cui la Slia viene posta in liquidazione volontaria (un processo che può durare anche per molti anni e non comporta necessariamente la cessazione immediata dell’attività, ndr). Nel 2006 la Slia si scinde in Slia Spa, Enerambiente Spa e Slia Technologies Srl. Quest’ultima gestisce le partecipazioni nelle società miste e, quindi, anche le azioni di Enerambiente, dal 2007 socio privato della TeAm e detentrice del 49% del pacchetto azionario.

Quali erano, dunque, i conti che non tornavano? Secondo il consigliere comunale Siriano Cordoni, nel passaggio Slia/Enerambiente sarebbe stato necessario un secondo bando di evidenza pubblica, come previsto dalla legge. Da qui i dubbi e le domande: “la TeAm è legittima?”.

Lo stesso interrogativo che oggi torna a porsi anche D’Alessandro, considerando che, nel caso in cui dovesse essere ufficializzato il passaggio Enerambiente/Enertec, anche in questo caso manca l’elemento del bando ad evidenza pubblica.

“Questa amministrazione” attacca il consigliere regionale “prende in giro i cittadini di Teramo e dell’intera provincia. Non riusciamo a comprendere cosa avviene nella stanza dei bottoni: Faggiano si dimette, Gavioli prende il suo posto, l’Enerambiente va via, arriva un nuovo socio privato Enertec. Vogliamo la verità, il sindaco Maurizio Brucchi deve ai cittadini di Teramo delle spiegazioni immediate e non le solite giaculatorie”.

Troppo ombre sul socio privato dell’azienda che è un fiore all’occhiello dell’economia teramana: cambiano i soci, cambiano i presidenti (si ricorda, a proposito, l’avvicendamento al vertice della presidenza di Enerambiente, quando l’attuale Stefano Gavioli aveva preso il posto dell’ex Giovanni Faggiano). L’unica cosa che resta invariata è la tariffa sui rifiuti pagata dai cittadini.

 

 

 

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