Trento, Perugia, Torino, Roma. Da ieri stanno arrivando da tutta Italia nella nostra casella di posta elettronica e agli indirizzi mail della Provincia di Teramo, una valanga di messaggi di protesta da parte di semplici cittadini e aderenti ad associazioni ambientaliste ed animaliste, contro il provvedimento provinciale sulla caccia alle volpi che prevede un piano di contenimento triennale.
Richieste di spiegazioni, inviti a sospendere questa “forma cruenta di contenimento”, espressioni di disgusto e accuse di “atrocità”, “atti abominevoli”, “pazzia”, “accanimento” sono solo alcuni dei motivi ricorrenti nei messaggi di dissenso pervenuti finora.
Oltre alla condanna per la crudeltà con cui questi animali troverebbero la morte, vengono contestati anche le azioni di monitoraggio e i censimenti per stabilire la consistenza numerica delle volpi, visto che queste operazioni vengono svolte da tecnici incaricati dalle Province o dagli ATC (Ambiti Territoriali di Caccia) che, come è scritto in una mail “troppo spesso sono al servizio delle lobby venatorie e pertanto hanno tutto l’interesse a censirli in sovrannumero per poi procedere con gli abbattimenti”.
Per gli ambientalisti, infatti, i censimenti dovrebbero essere svolti da persone estranee al mondo della caccia e sempre con la presenza di numerosi membri di tutte le associazioni protezionistiche. Nel caso poi in cui effettivamente venga riscontrato un numero eccessivo di esemplari, le associazioni propongono di sterilizzare alcuni esemplari per rendere stabile la popolazione.
“Fermate questa pazzia”, è l’invito comune inviato a noi e ai rappresentanti politici e amministrativi della Provincia di Teramo, considerando la caccia alla volpe una “carneficina inutile ai fini del presunto riequilibrio naturale”.