Pineto. Corsi di formazione, una banca dati, sostegno economico alle famiglie per il pagamento dei contributi alle badanti, pratiche gratuite per le loro assunzioni. E’ quanto previsto dal progetto varato dall’Ato n° 7 di cui fanno parte Pineto, Atri e Silvi, con Pineto Comune capofila. Obiettivo del progetto è quello di far emergere le badanti dal lavoro nero, garantendo loro tutti i diritti previsti dalla legge.
“Il nostro ufficio per i Servizi Sociali”, spiega l’assessore alle politiche sociali Tiziana Di Tecco, “è a completa disposizione delle famiglie. Si trova in via Milano e può essere contattato al numero 085 9497216. L’ente d’ambito ha varato un progetto molto importante che mette a disposizione delle badanti e delle famiglie uno strumento validissimo. Intanto i corsi di formazione, completamente gratuiti, consentiranno di qualificare e preparare queste persone, che poi sono delle vere e proprie assistenti o collaboratrici all’interno di un nucleo familiare. Avremo in pratica una vera e propria certificazione di qualità”.
La creazione di una banca dati consentirebbe invece in futuro alle famiglie che faranno richiesta per avere una badante a casa, di avere personale preparato e qualificato, in regola con tutto.
“Cosa molto importante”, prosegue l’assessore Di Tecco, “è anche il fatto che attraverso l’ambito saremo in grado di garantire una somma alle famiglie quale sostegno per il versamento dei contributi previdenziali”. Altro aspetto non trascurabile è il contributo di 200 euro che ogni famiglia avrebbe qualora la propria badante partecipasse ad un corso di formazione.
“Durante la frequentazione del corso da parte del soggetto interessato”, conclude l’assessore alle politiche sociali, “alla famiglia verrà messa a disposizione un’altra badante che verrà prelevata dalla banca dati che nel frattempo sarà stata elaborata. Alla famiglia solo il dovere di provvedere al pagamento della retribuzione stabilita per l’altra persona, oltre al versamento dei contributi”. A Pineto sono più di 70 le famiglie interessate. Per quanto riguarda invece il numero delle badanti, al momento non esiste un dato certo in quanto ci sarebbe ancora un’alta percentuale di lavoro nero. Ma sarebbero più di cento e arriverebbero soprattutto dai Paesi dell’est, in modo particolare la Romania, la Bielorussia, la Polonia, l’Ucraina.