Assistenza disabili a Mosciano, Giulianova e Bellante. La Pagefha ribatte: “Colpe non nostre”

In merito alle notizie di recente riportate dai locali organi radiofonici e di stampa della provincia di Teramo con riferimento al mancato pagamento degli stipendi per circa 80 operatori dipendenti della scrivente e residenti nella provincia di Teramo (in totale la cooperativa ha oltre 300 dipendenti) , la cooperativa PAGEFHA, in esercizio del diritto di replica sancito dall’art. 8 della legge sulla stampa 47/1948 ed a tutela della propria immagine e del proprio operato, intende portare a conoscenza l’opinione pubblica delle seguenti doverose precisazioni rispetto alla vicenda, al fine di evitare un travisamento dei fatti e delle responsabilità. In primo luogo è doveroso sottolineare come la situazione riguardi solo e soltanto il territorio dell’Ambito Sociale Tordino (TE), e non le amministrazioni della Provincia di Ascoli Piceno: quest’ultime, al contrario dell’Ambito Sociale Tordino, risultano corrette, collaborative e puntuali negli adempimenti amministrativi relativi al pagamento dei servizi gestiti per loro conto dalla cooperativa.

La cooperativa gestisce, dal settembre 2011, per conto e su appalto del Consorzio d’Ambito Sociale Tordino (consorzio costituito dai comuni di Giulianova, Bellante e Mosciano e dalla Provincia di Teramo) il servizio di assistenza educativa scolastica agli alunni disabili frequentanti le scuole di ogni ordine e grado del territorio, impiegando circa 80 assistenti residenti nella provincia. Dunque, semplificando la spiegazione dell’effetto dell’appalto: la cooperativa organizza il servizio secondo le indicazione dell’Ambito sociale che, a sua volta, in quanto soggetto pubblico titolare e responsabile del servizio di assistenza, per contratto deve rimborsare alla cooperativa i costi (ed in particolare i costi degli stipendi, dei contributi e di tutte le spese amministrative connesse) secondo gli importi fissati nel contratto stesso.
Tuttavia, fin dai primi mesi di erogazione del servizio il Consorzio non ha mai rispettato i 30 gg. previsti dalla legge per il pagamento, e neanche i 60 stabiliti nella convenzione dell’appalto. In pratica, la cooperativa dall’inizio provvedeva a pagare gli stipendi, i contributi ed ogni altra voce di costo, mentre il Consorzio accumulava ritardi via via sempre maggiori nel rimborsare la cooperativa. La cooperativa, quindi, per senso di responsabilità nei confronti degli incolpevoli operatori, ha deciso di fare ricorso alle Banche per poter sostenere tale mancato pagamento: dunque, a causa dei ritardi dell’Ambito, la cooperativa si è trovata pure a dover sostenere anche i costi degli interessi passivi conseguenti a tale prestito. Il tutto solo per poter procedere ugualmente a pagare stipendi, contributi previdenziali e fiscali relativi al servizio svolto in nome e per conto del Consorzio. Questo forte sacrificio è stato possibile solo grazie alla forte stabilità economica della cooperativa, che così è riuscita a garantire comunque sia i servizi agli utenti sia il pagamento degli stipendi, almeno fino a quando la situazione non è degenerata a causa dell’ormai non più contenibile prolungamento dei ritardi nei pagamento dovuti dall’Ambito.

La cooperativa ha cercato in tutti i modi soluzioni bonarie per fronte a questa situazione, convocando più volte ed a più riprese tavoli di confronto, anche alla presenza del Prefetto di Teramo, ricevendo ogni volta, in tali contesti, rassicurazioni verbali dai vari rappresentanti dei 4 enti (sempre assente la Regione Abruzzo che, secondo quanto riferito deve versare all’ambito una somma considerevole come contributo per i servizi sociali). Tuttavia, nonostante le tante promesse, sul piano pratico gli enti facenti parte dell’Ambito hanno proseguito ad accumulare ritardi su ritardi.

Per far comprendere lo stato dei fatti, basti far presente che ad oggi la situazione vede la Cooperativa vantare nei confronti dell’Ambito un credito di € 596.906,66 di cui € 425.509,53 scaduti. Con fatture relative alle ore lavorate nel mese di APRILE 2015 ed ancora da pagare: ritardi, cioè, di quasi un anno! Quanti altri operatori in una tale situazione avrebbero resistito tanto? Ed in tutto questo tempo e con tante e tali somme da incassare, la cooperativa ha continuato invece ad anticipare TUTTI i contributi previdenziali fino ad oggi insieme all’IRPEF, nonché gli stipendi fino al mese di ottobre e la tredicesima mantenendo comunque più che stabile la propria posizione economica.

Appare dunque evidente che nessun rilievo critico possa essere mosso alla cooperativa, cui, al contrario, deve essere riconosciuto il merito non solo di aver proseguito ugualmente dell’assicurare il servizio primario e delicato, ma di essersi pure fatta carico (oltre le proprie capacità, attingendo a prestiti ed a tutte le proprie risorse) di tentare di tenere indenni gli operatori dalle conseguenze negative dell’inadempimento del Consorzio, provvedendo ugualmente –fino ad Ottobre, fino a quando, cioè, le casse di una società senza scopo di lucro ciò hanno permesso- a pagare, oltre ai contributi, anche gli stipendi. Di più non era materialmente possibile fare. La cooperativa ha fatto tutto il possibile ed ha in questa vicenda esaurito tutta la propria capacità di ottenere ulteriore liquidità dalle proprie banche, ma sta ugualmente cercando altre soluzioni (extra ambito) per andare incontro agli operatori ormai stufi di aspettare.

I lavoratori e cooperativa sono dalla stessa parte: i lavoratori hanno ben inteso che la responsabilità del mancato pagamento delle ultime mensilità e dei ritardi in genere è da ravvisare nel mancato pagamento da parte degli enti pubblici ed hanno più volte riconosciuto ed apprezzato tutti gli sforzi fatti dalla cooperativa per “salvare il salvabile” ed ottenere che il Consorzio provveda infine, come qualsiasi altro committente privato, a pagare le prestazioni che sono state e continuano ad essere svolte per suo conto.

Riguardo, infine, alla diminuzione delle ore di assistenza scolastica qualificata la cooperativa ha presentato, tramite il proprio legale, le dovute controdeduzioni. Si auspica una risoluzione immediata della spiacevole vicenda, finalmente anche grazie all’intervento dei sindacati fin dall’inizio informati della situazione.

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