Teramo. Dopo aver spento le luci del palcoscenico, è tempo di riflessioni. A conclusione della rassegna teramana, Cineramnia fa, infatti, sentire la sua voce e, tirando le somme di quella che è stata l’edizione appena conclusa, denuncia la totale assenza delle istituzioni.
A parlare Dimitri Bosi e Marco Chiarini, i “padri” di Cineramnia, che, pur rimanendo pienamente soddisfatti della riuscita della manifestazione, si dichiarano sconcertati sull’assenza pressoché totale delle istituzioni in tutti i momenti della rassegna.
“Al di là del passaggio del benemerito assessore Campana la prima sera” spiegano meglio gli organizzatori “per il resto il silenzio assoluto, inviti a vuoto, squilli muti del telefono, appuntamenti dati e poi disattesi oppure passaggi veloci e di sottecchi come per risolvere in fretta un inciampo scomodo o per rendere conto alla polemica lanciata per “Colpa Nostra” in coincidenza con Noemi. L’atteggiamento delle nostre istituzioni è questo. Decine di ospiti, registi, produttori, professionisti del mondo del cinema si sono avvicendati sul palco dello Spazio Cinema allestito nel parco o nella Multisala Smeraldo senza ricevere il segno minimo della presenza delle istituzioni ad un evento che coinvolge tanti cittadini, giunto alla sesta edizione e dalle stesse istituzioni patrocinato e sostenuto”.
Bosi e Chiarini non negano gli innumerevoli impegni a cui sono necessariamente sottoposti degli amministratori, ma si chiedono anche, paragonandosi ad altri festival, il perché in questi sia sempre stato presente un consigliere, un assessore orgoglioso e fiero di presentare la serata, di dare un segno di benvenuto agli ospiti arrivati e ai cittadini intervenuti.
“Questo purtroppo a Teramo non accade” lamentano entrambi. “Troppi impegni, troppo da fare e chissà cos’altro. Una breve e frettolosa apparizione in conferenza stampa e via senza neanche ascoltare cosa contiene la manifestazione o a rispondere alle domande della stampa. L’assessore alla cultura del Comune di Teramo e quello della Provincia non trovano il tempo per venire a presenziare, non diciamo la visione di un film per intero – e anche quella non guasterebbe ogni tanto –, ma almeno a salutare un ospite, a lasciare la loro immagine impressa in una foto e a dare una parola di benvenuto. Ci sembra il minimo sindacale, ma anche questo minimo è troppo. Probabilmente sono troppo impegnati a presenziare l’ennesimo evento a Piazza Martiri o nelle zone limitrofe. Al di là di Noemi e della coincidenza con “Colpa Nostra” molti altri eventi sostenuti dal comune, con il bel logo dei palloncini, si sono succeduti, in coincidenza con Cineramnia e Al Parko, a ritmo serrato nella nostra martoriata piazza: l’immancabile calcetto, i giochi senza frontiere dei quartieri, festival del folklore, presentazione della Teramo Calcio, ma anche Teddy Reno (sistemato in una piazza accanto però) e chissà cos’altro che i nostri infaticabili amministratori decidono di accavallare in barba allo sventolato cartellone unico, un progetto al momento chiaramente da rivedere”.
Dimitri Bosi e Marco Chiarini lamentano, dunque, una organizzazione che, stando alle loro parole, avrebbe potuto essere migliore, distribuendo con maggiore attenzione nell’arco dei due mesi estivi i tenti eventi in programma. “Sembra proprio che i nostri amministratori non abbiano voluto cogliere il senso della nostra scelta” concludono entrambi, “l’attenzione portata ad un bel luogo della nostra città, alla sua valorizzazione attraverso il cinema e agli altri elementi del cartellone di Al Parko”.