Il polo tecnologico del Cirsu, a Grasciano, non può più accogliere la frazione organica dei rifiuti. Almeno per i prossimi 30 giorni. Poi si vedrà.
Lo ha deciso la Regione che in giornata ha notificato al CSA, il Consorzio Stabile Ambiente dell’Aquila che opera nella struttura e ai curatori fallimentari, l’atto di sospensione dell’attività relativamente al conferimento e trattamento dell’organico.
Il provvedimento è stato firmato dal dirigente dell’area rifiuti della Regione, Franco Gerardini a cui il governatore Luciano D’Alfonso ha riaffidato l’incarico appena una settimana fa. “Ho preso atto della relazione dell’Arta, l’agenzia per la tutela dell’ambiente”, ha sottolineato Gerardini, “che ha accertato delle criticità. Di conseguenza è stato emesso il provvedimento. Non si tratta, comunque, di una chiusura definitiva. La società che opera all’interno avrà ora 7 giorni di tempo per presentare le osservazioni”.
Sta di fatto che la chiusura dei capannoni e degli impianti che lavorano la frazione organica crea ora inevitabilmente delle difficoltà ai Comuni che portano i loro rifiuti nell’impianto di Grasciano che potrà comunque continuare a lavorare plastica, carta, metalli e indifferenziato.
Sul territorio regionale operano almeno tre strutture pubbliche che possono trattare l’organico e sono quelle di Aielli, Cupello e Avezzano. C’è poi l’impianto privato di Massa d’Albe. Bisognerà capire se il conferimento in strutture diverse dal Cirsu costringerà i Comuni ad un aumento della spesa per lo smaltimento dei rifiuti, anche se solo relativamente alla frazione organica.
Intanto, Gerardini ha ricordato che con la sentenza di fallimento nei confronti del Cirsu è decaduta anche l’AIA, l’autorizzazione ambientale. Ha comunque convocato per l’8 febbraio le parti, CSA e sindaco di Notaresco, Comune su cui sorgono gli impianti, Diego Di Bonaventura per fare un punto della situazione. Entro 30 giorni si saprà se l’organico potrà essere di nuovo conferito nella struttura del Cirsu.