E’ atteso per domani il pronunciamento della Corte d’Appello dell’Aquila sui ricorsi presentati dagli avvocati del Cirsu, il consorzio intercomunale per i rifiuti solidi urbani, e dai sei Comuni soci, dichiarato fallito il 10 settembre scorso dal Tribunale di Teramo.
Che ci sia un ribaltamento del provvedimento preso 3 mesi fa dal giudice Giovanni Cirillo appare improbabile in quanto la Corte d’Appello ora concederà 60 giorni per il deposito di memorie delle parti, poi si riserverà altri 20 giorni per arrivare a delle conclusione in base ai documenti acquisiti.
Quindi il passo che la Corte andrà a compiere sarà quello di acquisire tutti gli atti per esaminarli e solo successivamente, con ogni probabilità tra la fine di febbraio e gli inizi di marzo, emetterà la sentenza.
Questo significa che l’attività negli impianti di Grasciano andrà avanti con la gestione da parte dei tre curatori fallimentari nominati dal tribunale di Teramo. Mentre tra una settimana proprio i tre curatori dovranno consegnare al giudice Cirillo la documentazione sullo stato passivo e l’elenco dei creditori del Cirsu.
Sia il presidente del consorzio Angelo Di Matteo sia i 6 Comuni soci hanno elaborato un ricorso voluminoso ricostruendo passo passo tutta l’attività agli impianti di Grasciano, sia sotto il profilo amministrativo, che è l’aspetto che ora più conta, sia sotto l’aspetto tecnico e quindi dell’attività vera a propria nella struttura del Cirsu.
L’obiettivo di Di Matteo è quello di arrivare ad un ribaltamento della sentenza perché il pronunciamento di fallimento si baserebbe su una serie di dati infondati. A cominciare dall’inattività della struttura.
Inoltre nella memoria presentata alla Corte d’Appello i legali del Consorzio fanno notare che il Cirsu è semplicemente inadempiente nei confronti del Gruppo Deco, di Rodolfo Di Zio, il re dei rifiuti in Abruzzo che ha avviato nei riguardi del consorzio l’istanza di fallimento per un credito di 2milioni e 250mila euro.
Intanto, a Notaresco raccolte 400 firme. La cittadinanza lamenta le pessime condizioni in cui versano i capannoni di Grasciano, stracolmi di rifiuti e con il cattivo odore che invade i vicini centri abitati.