Teramo. Ascolto, sostegno, orientamento. Questo chiedono le centinaia di persone che ogni giorno si rivolgono ai centri d’ascolto della Caritas Diocesana di Teramo-Atri.
Sono donne, disoccupate ma anche lavoratori precari con famiglia, la cui vita è stata stravolta all’improvviso da una crisi economica non ha lasciato scampo, trascinandoli con forza in una realtà fatta di povertà, difficoltà sempre crescenti. Una povertà che cresce nel silenzio e non risparmia nemmeno quelle situazioni cosiddette “normali”, famiglie che non riescono più a pagare l’affitto e le bollette, ma anche i pannolini per i piccoli, i beni di prima necessità.
I dati, relativi all’anno 2009, sono stati presentati questa mattina, nel salone dell’Episcopio di Teramo, dal vescovo Mons. Michele Seccia, dal direttore della Caritas Diocesana don Ivo Di Ottavio, dalla coordinatrice dei servizi Caritas Anna D’Eustacchio e da Marianna Locco, collaboratrice della Caritas diocesana.
Secondo il Rapporto Gemino, nell’anno passato, sono state 449 le persone accolte dalla Caritas, 56 in più rispetto al 2008, con un netto disequilibrio tra uomini e donne: 282 contro le 167 maschili.
Il territorio teramano è costituito essenzialmente da anziani e molto consistente è la presenza di cittadini provenienti da altre nazionalità, il 21,6% dei quali ha meno di 18 anni.
La zona maggiormente interessata da questa presenza è la Val Vibrata con i Comuni di Martinsicuro, Alba Adriatica e Nereto. Tra i frequentatori della Caritas nel 2009 è cresciuta la componente marocchina con 61 utenze, seguita da quella romena (55 utenze) e quella albanese (30 utenze).
Differente è anche la fascia di età degli accolti, a seconda della loro provenienza. La maggior parte degli italiani rientra nell’intervallo tra 45-54 anni (65 utenze), mentre tra gli stranieri la fascia più interessata è quella tra i 34-45 anni (72 richieste), seguita dalla fascia 25-34 anni (61 richieste).
Molti di coloro che si rivolgono alla Caritas, inoltre, vivono in case in affitto, mentre 17 non hanno un domicilio stabile. Sempre più numerosi poi sono coloro che non hanno alcun reddito o che vivono con non più di 1.000 euro al mese.
“Sono i bisogni sommersi” ha detto D’Eustacchio “dai quali bisogna partire per dare risposte adeguate alle singole necessità”.
A queste difficoltà, infatti, la Caritas teramana risponde con la distribuzione mensile di circa 200 pacchi di prima necessità, pasta, pane, olio, zucchero, latte, insieme alla consegna di farmaci per neonati e al pagamento del servizio di trasporti per gli studenti che ancora vanno a scuola.
Le richieste riguardano soprattutto la mancanza di occupazione, le difficoltà economiche che ne conseguono, la mancanza di un’abitazione, problemi di salute, di dipendenza o di aiuto in caso di arrivo da un altro paese.
Marina Serra