Si arricchisce di un nuovo capitolo la vicenda del fallimento del Cirsu, il consorzio intercomunale per i rifiuti solidi urbani dichiarato fallito dal Tribunale di Teramo lo scorso 10 settembre.
Il giudice della sezione fallimentare, Giovanni Cirillo, ha nominato recentemente due consulenti ambientali. Si tratta di Alessandro Iacucci, di Roma, e di Lorenzo Razzetti di Ascoli, entrambi esperti nelle procedure tecniche di gestione dei rifiuti.
La richiesta di avere a disposizione dei consulenti tecnici era partita dai tre curatori fallimentari, Gabriele Bottini, Eda Silvestrini e Carlo Arfè che il giudice Cirillo aveva nominato contestualmente alla sentenza di fallimento del Cirsu.
Il compito dei due consulenti sarà ora quello di verificare le corrette procedure che riguardano le attività che sono ancora in corso negli impianti di Grasciano dove quotidianamente confluiscono i rifiuti di gran parte dei Comuni della provincia di Teramo.
Con la sentenza di fallimento sono decaduti i poteri del Consiglio di Amministrazione del Cirsu che con il proprio presidente, Angelo Di Matteo, si occupava anche degli aspetti tecnici dell’intera catena rifiuti: dall’ingresso nella struttura, alla quantificazione, alla tipologia sino al processo di lavorazione. Compresa anche la verifica e la tenuta delle vasche di accumulo del percolato e il corretto smaltimento.
Tutte situazioni che esulano dai compiti dei tre curatori fallimentari (a proposito, con la sentenza sono stati licenziati anche i tre impiegati del Cirsu) che si stanno solo occupando degli aspetti amministrativi della complessa macchina messa in piedi dal consorzio.
L’attività andrà avanti, per adesso con l’ordinaria amministrazione. In attesa del pronunciamento, il prossimo 9 dicembre, della Corte d’Appello dell’Aquila a cui Cirsu ha presentato ricorso, assieme ai 6 Comuni soci, contro la sentenza di fallimento.