Il 9 dicembre la Corte d’Appello dell’Aquila si pronuncerà sui ricorsi presentati dagli avvocati del Cirsu, il consorzio intercomunale per i rifiuti solidi urbani dichiarato fallito il 10 settembre scorso dal Tribunale di Teramo, e dai sei Comuni soci.
L’udienza è stata fissata con una settimana di anticipo rispetto alla data del 15 dicembre stabilita dalla sezione fallimentare del Tribunale di Teramo per la verifica dello stato passivo del consorzio. Stato passivo ed elenco dei creditori che dovranno essere consegnati entro la metà di novembre.
I tre curatori fallimentari sono al lavoro da oltre un mese e mezzo e finora negli impianti di Grasciano è stata assicurata l’ordinaria attività evitando la chiusura. L’obiettivo del presidente del Cirsu Angelo Di Matteo è quello di arrivare ad un ribaltamento della sentenza perché il pronunciamento di fallimento si baserebbe su una serie di dati infondati. A cominciare dall’inattività della struttura.
In realtà, il polo tecnologico ha ripreso a lavorare nel gennaio del 2014 con la gestione parziale degli impianti da parte del CSA dell’Aquila. E dallo scorso mese di aprile, dopo l’inaugurazione dei nuovi impianti l’attività è stata incrementata.
Nella memoria presentata alla Corte d’Appello i legali del Conzorzio fanno notare che il Cirsu è semplicemente inadempiente nei confronti del Gruppo Deco, di Rofoldo Di Zio, il re dei rifiuti in Abruzzo che ha avviato nei confronti del consorzio l’istanza di fallimento per un credito di 2milioni e 250mila euro.
Quindi Cirsu è solvibile. Intanto, se dovesse esserci un ribaltamento della sentenza di fallimento, il Consorzio avvierà una procedura con richiesta di danni. E soprattutto porterà avanti il bando europeo, per adesso sospeso per le note vicende, sulla gestione di tutta la struttura.