Teramo.“Alla Regione non vogliamo chiedere le solite cose, piuttosto vogliamo richiamare l’attenzione su alcuni temi di importanza strategica per la crescita e lo sviluppo ed avviare un confronto costruttivo con gli imprenditori teramani”. Così ha esordito Salvatore Di Paolo, presidente di Confindustria Teramo, all’incontro che i consiglieri dell’Associazione hanno avuto con il governatore Gianni Chiodi, accompagnato nella sede di Sant’Atto dall’assessore al Turismo Mauro Di Dalmazio.
Sette i temi individuati come priorità dall’Associazione ed illustrati dal presidente Di Paolo: riordino dei conti della sanità, processo di cui Confindustria Teramo sollecita l’accelerazione; esternalizzazione dei servizi pubblici, in particolare di quelli “il cui rapporto costi-benefici è sproporzionato rispetto alle reali esigenze”; legge sull’industria che “porti al ridimensionamento dei consorzi e di tutti quegli enti e società di cui paghiamo soprattutto i costi di mantenimento di consigli d’amministrazione e personale”; sostegno al credito, un fronte altamente critico “che vede in questo momento le imprese, soprattutto quelle piccole e piccolissime, fortemente indebitate”; liberalizzazione del sistema dei trasporti, “la seconda voce di spesa della Regione, che in questo settore, essendo ente programmatore ed ente attuatore dei servizi, è anche in forte conflitto d’interessi”; sblocco delle gare, soprattutto quelle legate ai servizi innovativi, attualmente pressoché ferme; turismo, settore in cui gli imprenditori auspicano “l’introduzione di una vera promozione turistica, con fondi realmente destinati a tale scopo e la fine dei cosiddetti stipendifici, che servono solo a mantenere i dipendenti di tali strutture”.
Il governatore ha rassicurato gli imprenditori, ribadendo che il governo abruzzese sta facendo tutti gli sforzi necessari per ridimensionare il principale ostacolo costituito dal debito della Regione. Non a caso Chiodi ha ricordato che, se nel 2007 era di circa 4 miliardi di euro, nel 2009 è sceso a 3,5 miliardi, inferiore quindi ai livelli del 2006.
Pur confermando l’esistenza di una situazione di difficoltà, Chiodi è fiducioso circa il fatto di poter tornare presto a “livelli accettabili” di indebitamento.