“Se il signor sindaco e l’assessorina (la chiamo così solo per la sua giovane età) Misticoni si vogliono portare sulla coscienza due persone, questa è la volta buona”.
Non usa mezzi termini Tonino Serafini, l’ex dipendente comunale di Teramo che, dopo aver portato avanti, grazie al supporto dei media, la battaglia per avere un ascensore in casa per la moglie Liliana malata di Sla, ora chiede di poter avere quanto gli spetta dal Comune per l’assistenza domiciliare.
Dallo scorso venerdì, infatti, Serafini, ha cominciato lo sciopero della fame, nutrendosi solo di liquidi e di qualche cucchiaio di miele in attesa di avere anche lui l’assistenza domiciliare per la moglie.
“Più volte in passato” ha detto Serafini, “mi sono recato agli uffici comunali per chiedere qualcosa che mi spetta ma, in un modo o nell’altro, mi hanno sempre rimandato indietro, dicendomi alla fine che devo rivolgermi all’Inps. Io però sono un cittadino teramano come tutti gli altri e voglio essere trattato alla stessa maniera. Non c’è stata mai una telefonata né una convocazione per noi, come se davvero non esistessimo affatto”.
Per l’uomo, che ha già annunciato in caso di mantenimento dell’attuale situazione della riduzione, a partire dalla prossima settimana, dell’alimentazione della moglie, allettata da tempo, non è più tempo di rimandare.
“La sensazione è che questa amministrazione non voglia curarsi delle persone malate. Io comunque attendo ancora una voce e, se non arriverà, sono pronto anche a gesti più estremi. Nonostante il parere contrario dei miei figli, infatti, ho deciso che se non si risolve la questione, il prossimo 14 settembre, giorno del mio compleanno, alla presenza della stampa, staccherò il respiratore a mia moglie. E poi vedremo se qualcuno si sveglia”.