Un’università troppo costosa e che non tiene conto di una giusta suddivisione delle diverse fasce di reddito. L’Udu, unione degli studenti universitari, teramana critica la nuova guida alle tasse e ai contributi dell’ateneo aprutino che da qualche giorno è disponibile per coloro che vogliono iscriversi al prossimo anno accademico.
Se, infatti, è stato valutato con favore l’abbandono della precedente suddivisione in 3 fasce di reddito passata prima ad 8 e poi a 10 fasce, resta, tuttavia, la critica per aver indicato 9 fasce fino ad un reddito di 42.000 euro ed un’ultima dai 42.000 euro in su.
“È giusto”, si chiede l’associazione universitaria, “equiparare un reddito di 42.001 euro ad uno di 80.000? E’ evidente che la risposta non può che essere negativa: per questo l’Udu Teramo aveva proposto una diversa divisione delle fasce che arrivasse fino agli 80.000 euro, in modo da permettere una reale fotografia della situazione patrimoniale delle famiglie e prevedere una reale tassazione perequativa”.
Inoltre, per l’associazione, i nuovi parametri per il calcolo dell’Isee, in vigore dall’inizio dell’anno, vedranno per la maggior parte degli studenti il passaggio ad una fascia di reddito superiore, senza contare i costi che ciascuno studente dovrà sborsare. Si va, infatti, da un massimo di 2100 euro per le facoltà di Giurisprudenza e Scienze politiche, ad aumentare per le altre facoltà con attività di laboratori che, secondo l’Udu, sarebbero “somme di gran lunga superiori a quelle di atenei ben più attrattivi del nostro, vedi, ad esempio, Bologna”.
“In un momento in cui l’Università diventa sempre più elitaria e inaccessibile per molti studenti”, conclude l’Udu, “ci saremmo aspettati un’altra risposta dall’UniTE. Come sempre saremo pronti a dare battaglia dai prossimi consigli per far sí che tale guida venga rivista e migliorata”.