Un progetto che elargisce alle aziende abruzzesi circa venti milioni di euro con l’intento di favorire l’occupazione in grave crisi per la congettura economica e il terremoto del 2009. La partecipazione al bando è stata però difficile per diversi imprenditori perché molti uffici in zone periferiche sono rimasti chiusi. Altri invece casi eclatanti sono avvenuti a Sant’Egidio, Canzano e Atri. Nella città ducale gli uffici postali sono rimasti chiusi per la ricorrenza delle festa del patrono, come ogni anno l’ottavo giorno dopo Pasqua. A Canzano black out e generatori fuori servizio con le persone in fila che pochi secondi prima delle 8 (ora in cui partivano i termini per la presentazione delle domande del programma “Lavorare in Abruzzo”) sono letteralmente fuggiti nel più vicino ufficio postale. Nella frazione Faraone di Sant’Egidio il computer si è bloccato e gli impiegati delle poste hanno iniziato a lavorare alle 8:10. Altri disagi sono stati segnalati in piccoli comuni della Provincia e questo rende logico una considerazione che le modalità scelte dalla Regione per presentare le domande del programma, forse non garantiscono equità a tutti gli imprenditori intenzionati a partecipare. Un black out, un temporale, un impiegato in malattia o semplicemente un programma che si blocca potrebbe aver condizionato pesantemente la graduatoria del programma Lavorare in Abruzzo.