Un ateno altamente specializzato, che sappia creare sinergie con le altre realtà del territorio e competere a livello internazionale, pronto a sacrificare anche una parte della sua storia. Il rettore dell’Università di Teramo, Luciano D’Amico, ha illustrato questa mattina, in occasione dell’apertura delle immatricolazioni per il prossimo anno accademico, il suo progetto per l’ateneo teramano che, per competere con le altre realtà nazionali e restare “sul mercato”, deve saper valorizzare al meglio le proprie peculiarità.
“Non vogliamo essere un’Università generalista” ha affermato D’Amico “ma puntiamo ad avere una dimensione specialistica in meno settori ma altamente qualificati”. E’ questo il credo del rettore che, nel dare il via alla campagna di immatricolazioni per l’anno accademico 2015-2016, ha illustrato i dati relativi alla classificazione dell’ateneo teramano, secondo lo studio dell’Anvur, l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca.
“La nostra Università ha ottenuto degli ottimi risultati proprio nelle aree in cui si è specializzata e, tenendo conto delle sue dimensioni e dei parametri relativi alla didattica e alla ricerca, siamo risultati virtuosi su entrambi i punti. Dopo Salerno, siamo l’unico miglior ateneo del centro-sud ad occupare una posizione di vertice nella classifica nazionale, con valori alti sulla qualità della formazione ma evidenziando i limiti delle strutture meridionali per quanto riguarda i servizi e le borse di studio”. Limiti che, come ha evidenziato lo stesso rettore, non dipendono dall’ateneo ma da scelte politiche e ha auspicato una maggiore attenzione da parte del territorio.
Tre gli obiettivi chiave, seuppur a lungo termine, dell’Università di Teramo, secondo la visione di D’Amico che, consolidando le aree vocazionali giuridiche e agroveterinarie, punta a creare una integrazione progressiva anche con gli altri atenei abruzzesi, in modo da garantire agli studenti un’offerta completa a livello regionale, senza inutili doppioni. Innanzi tutto la realizzazione di un polo scientifico che possa diventare, grazie ad una più stretta collaborazione con l’Istituto zooprofilattico fino a fondersi in una sola struttura, un polo agrobioveterinario di altissima specializzazione che si candida ad essere un punto di riferimento a livello europeo. Per quanto riguarda il polo umanistico, invece, la facoltà di Giurisprudenza mira ad una maggiore diffusione in regione, pensando anche a nuove aperture sul territorio, mentre Scienze politiche si dovrebbe trasformare in una specifica facoltà per la formazione di coloro che operano nella Pubblica Amministrazione. La facoltà di Scienze della Comunicazione, invece, grazie al prossimo avvio del Dams, in collaborazione con il Braga e gli altri conservatori abruzzesi, punta ad offrire agli studenti il doppio titolo di laurea e di diploma in conservatorio. Inoltre, in una visione più amplia, D’Amico vedrebbe la sede del Dams nei locali dell’ex manicomio che l’università ristrutturerebbe dando in permuta i propri locali di viale Crucioli, in modo da dare vita ad una vera e propria cittadella dell’arte e della musica.
“E’ questa la nostra visione per il futuro”, continua il rettore che, nell’ottica di una polarizzazione abruzzese condivisa anche con gli atenei di Chieti-Pescara e l’Aquila con i quali si dovrebbe arrivare un Sistema Universitario Regionale, è disposto anche a sacrificare dei corsi di laurea, tipo quelli economici, che non sono funzionali al territorio teramano. Proprio in questa direzione sarà operativo già da settembre un badge per studenti e docenti che potranno usufruire di alcuni servizi in tutti gli atenei regionali.