Teramo, rissa Heaven. La replica di un arrestato

_cronaca-genericoTeramo. E’ stato uno dei tre protagonisti dell’ultima rissa presso la discoteca Heaven di Villa Pavone. Si tratta di Luca Falcone, il 23enne teramano arrestato lo scorso 13 marzo assieme ad Anthony Flammini e a Francesco Valentini con il reato di lesione, resistenza, minaccia, violenza, danneggiamento aggravato e rifiuto di fornire le generalità.

Il giovane ha deciso di replicare alle notizie apparse sugli organi di stampa all’indomani della vicenda. Di seguito le dichiarazioni rilasciate da Luca Falcone:

 

Molti teramani sanno che la notte del 13 Marzo 2010 è avvenuta, fuori la discoteca “Heaven”, “un’indegna aggressione” da parte di alcuni ragazzi nei confronti delle Forze dell’Ordine. In pochi, invece, sanno che, già in data 15 Marzo, la Procura della Repubblica ha ritenuto che la ricostruzione della vicenda, riportata dai principali Organi d’Informazione sulla base delle informazioni Loro fornite dalla Questura di Teramo, meritava un maggiore approfondimento alla luce delle tante incongruenze emerse in sede di udienza di convalida, rispetto alla versione cosiddetta “ufficiale”.

Nessun “branco che aggredisce poliziotti”, nessuna “notte brava”, nessun oltraggio, alcuna resistenza, nessuna violenza hanno caratterizzato quella notte. Sento quindi il dovere di riportare quanto sapientemente omesso dai suddetti Organi, puntuali nel riportare la versione “ufficiale” delle Forze dell’Ordine, meno nel raccontare come i medesimi fatti siano stati oggetto di una lettura diametralmente opposta in sede di Convalida. E’ mai possibile che si finisca in prima pagina senza aver commesso nulla? E’ mai possibile essere arrestati per aver adempiuto ad un sacrosanto dovere civico? Evidentemente sì, visto che l’unica colpa della quale io personalmente mi sarei macchiato, e della quale ho dovuto rispondere di fronte ai giudici, è stata quella di aver adempiuto, prima da semplice spettatore e poi da onesto cittadino, ad un preciso dovere civico, ovvero quello di indignarmi alla vista di una ragazza spinta in terra da un operatore della Polizia di Stato. Durante il normale deflusso dal locale, in una situazione di assoluta tranquillità, in compagnia di altre persone totalmente estranee alla vicenda, alla caduta della ragazza ho pensato di chiedere conto di tale gesto, complice anche lo stato d’indignazione generale per una situazione che, di fatto, non meritava di essere risolta con cotanta aggressività, visto che non vi era pericolo alcuno per persone, cose, nè tantomeno per gli operatori di Polizia coinvolti. La risposta degli agenti, alla mia richiesta di chiarimenti, è stata quella di afferrarmi energicamente per il collo e scaraventarmi nell’auto di servizio, così come è accaduto agli altri due ragazzi coinvolti. In altre sedi esporrò le mie personalissime opinioni sull’accaduto, per adesso mi limito ad invitare tutti coloro che avranno avuto la pazienza di leggere queste poche righe ad un’attenta e propria riflessione sui fatti, non volendo in alcun modo gettare discredito indiscriminatamente sulle Forze dell’Ordine, ma volendo fermamente stigmatizzare singoli comportamenti che sicuramente non fanno onore alla società in cui viviamo. Con la presente formulo i miei più sentiti ringraziamenti agli operatori sanitari, agli stessi detenuti della casa circondariale, i quali, con molta più umanità rispetto a quella dimostrata dagli agenti, mi hanno fin da subito manifestato la loro incondizionata solidarietà per l’abuso subito. Ne approfitto infine per esprimere vicinanza ai gestori della discoteca “Heaven”, vittime loro malgrado di un massacro mediatico che continua ormai da molto tempo con cadenza periodica al benchè minimo episodio.

Luca Falcone


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