Alba Adriatica. Era l’amico del cuore di Emanuele Fadani, e nella notte della barbara esecuzione era assieme a lui, in via Mazzini. Graziano Guercioni, oltre che amico della vittima, è il testimone oculare dell’aggressione mortale ai danni del commerciante di Alba Adriatica.
La scarcerazione di Sante Spinelli, uno dei tre rom coinvolti nell’omicidio, e l’intervista rilasciata in tv pochi giorni dopo essere uscito dal carcere di Castrogno, hanno generato rabbia e delusione tra chi conosceva Emanuele, ma anche nella gente comune. In una lettera aperta, che riportiamo integralmente, Graziano Guercioni racconta i drammatici momenti dell’omicidio di Alba Adriatica, quando fu a sua volta aggredito e ferito, e rappresenta il suo stato d’animo, carico di disappunto e delusione, per la versione dei fatti rappresentata da Sante Spinelli davanti alla telecamere.
“Sono deluso, indignato e offeso dopo la notizia della scarcerazione di Sante Spinelli. Da quel giorno maledetto di quattro mesi fa, la mia vita è cambiata, non so perché sono vivo e oggi rischio di incontrare di nuovo uno dei carnefici. Le menzogne ripetute anche in televisione, dove hanno in coraggio di mostrarsi pentiti e nello stesso tempo di mentire: quella notte il Sante Spinelli non ha fatto la respirazione a bocca a bocca, versava acqua sul viso di Emanuele per togliere il sangue. Sangue ovunque, quei momenti tornano come incubi tutte le notti: quando praticavo il massaggio cardiaco, la respirazione a bocca a bocca al mio Amico Emanuele, ma non rispondeva perché l’avevano ammazzato, loro erano lì, in piedi, fermi come statue: avete colpito alle spalle. Per fortuna che c’è il video e spero che un giorno sia reso pubblico. Ora devono solo pagare materialmente con il carcere e moralmente per tutta la vita.
Voglio credere nella Giustizia !!!
Il Procuratore della Repubblica, ha respinto per ben quattro volte la richiesta di scarcerazione !!! Un motivo ci sarà ! Lo stesso motivo che ci condurrà ad una pena certa e giusta”.