Mosciano, la Corte dei Conti condanna il sindaco

orazio_di_marcelloMosciano. Diecimila euro, da rifondere nelle casse comunali, per il danno erariale causato dalla mancata attivazione della copertura assicurativa per responsabilità civile. Orazio Di Marcello, sindaco di Mosciano, tornato alla guida della città nel giugno dello scorso anno, è stato condannato dalla Corte dei Conti a risarcire il Comune per il comportamento, giudicato omissivo, manifestato relativamente ad una vicenda accaduta nel 1997.

L’antefatto, che poi ha prodotto sia la condanna in sede civile per il Comune di Mosciano, che la successiva condanna della magistratura contabile nei confronti del sindaco di allora (che ora ricopre lo stesso ruolo), riguarda un incidente che si verificò nel maggio del 1997 nel teatro Acquaviva, in occasione di una recita scolastica. Quella sera, un’alunna che frequentava le scuole elementari, raccolse da un cestino portarifiuti, all’interno del teatro, un tubo in neon rotto e in maniera accidentale si ferì il viso, incidente che produsse delle lesioni permanenti. Sul piano civile, tra l’ente e la famiglia della bambina iniziò un contenzioso, che ha prodotto la condanna del Comune di Mosciano, al risarcimento di 62mila euro, poi oggetto di una specifica transazione. Il risarcimento pagato dal Comune, però, è finito sotto la lente d’ingrandimento della Corte dei Conti che ha chiamato a rispondere del danno erariale subito, sia il sindaco pro-tempore, Orazio Di Marcello, che l’allora segretario generale, Giuseppe Elba (poi assolto). Ebbene, secondo quanto ricostruito dalla procura regionale della Corte dei Conti, il sindaco Di Marcello avrebbe indugiato troppo nell’attivarsi affinché la richiesta di risarcimento danni della famiglia della minore ferita, poi definita dal tribunale, non gravasse sulle casse comunali. In questo contesto hanno recitato, a parere della magistratura contabile, un ruolo decisivo sia la mancata copertura assicurativa dell’incidente (il Comune era titolare di una specifica polizza, ma non sarebbe stata attivata nei termini previsti), che non aver chiamato in causa anche il Provveditorato agli studi. In poche parole, dopo aver segnalato l’incidente alla compagnia assicurativa (Unipol), il sindaco non avrebbe seguito con diligenza e scrupolo la questione, salvo poi il Comune dover liquidare il danno nel 2006, dopo la sentenza del tribunale civile di Teramo. Rispetto alle richieste originarie dalla procura regionale della Corte dei Conti (che aveva chiesto la condanna di sindaco e segretario comunale a pagare, in solido, la somma di 68mila euro), i giudici contabili hanno ridotto la condanna a 10mila euro, oltre ad interessi e spese legali, perché la vicenda si è arricchita di tutta una serie di aspetti correlati, non tutti imputabili al sindaco.

 

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